invisibili

Su Facebook i bisogni dei clochard, domanda e offerta di aiuto corrono sui social

di Alessandra Troncana
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BRESCIA – Sede: un ex hotel occupato. Ragione sociale: libero commercio di tutto, a beneficio di chi non ha praticamente nulla. Canale di contatto coi clienti: Facebook. L’idea della pagina «InVisibili Brescia», una specie di b2b per clochard, è venuta a Luca Giovanni Gottardi. Senza fissa dimora pure lui.
Le offerte si fanno con un post. Serve un fornello da campeggio? Post. «Te lo porto io». È avanzata della frutta al mercato: altro post. «Ho qui delle casse di mele». Cercasi scarpe numero 40: stessa storia. Cinquanta like. Testuale: «Gruppo che si occupa delle esigenze dei senza dimora che vivono per strada. Si raccoglie tutto ciò che può essere utile». Luca l’ha aperta dopo Capodanno: 50 like. «Aiuto chi dormiva in stazione con me». Lui è sceso dal treno ed è entrato in hotel. Via Corsica, numero 21: occupato.
La porta resisteva: l’hanno buttata giù. Da due anni, vive in un albergo sequestrato alla mafia con una ventina di barboni. La suite ha acqua e corrente: «Abbiamo le stufette». Faceva il camionista: due infarti, cartelle cliniche varie — «ho avuto anche un tumore, lasciamo perdere» — e ritiro della patente (è la legge, in questi casi). Ora che ha una camera riservata torna sui binari ogni sera: «Porto vestiti, cibo, scarpe. Quel che serve». Fa freddo, post su Facebook: «Da domani è in arrivo un’altra ondata di freddo polare, prepariamoci: servono più coperte possibili e guanti, berretti, sciarpe». Tre like e un «Vediamo se riesco a recuperare qualcosa». Scene da marciapiede: qualcuno pubblica la foto di un clochard e del suo cane Carlotta: «Tutti dovrebbero vedere, provare, capire, mettersi nei panni di».
La moltiplicazione delle coperte ogni notte, in stazione: Luca fa il solito giro e distribuisce scatolette di tonno e giacche ai vecchi compagni di carrozza. «Ci sono molte associazioni che danno una mano ai clochard, ma non capisci davvero la situazione finché non ci sei dentro». Lui ha perso il suo camion e il conto corrente. «Non avevo una famiglia, ero solo. Adesso faccio quello che posso per gli altri: ci aiuta Agapha breccia, un’organizzazione di Capriolo».
Su Facebook ha messo una condizione: «Ogni membro del gruppo è liberissimo di far parte di qualsiasi altro gruppo o associazione ritenga opportuno. Unici veti che si pongono riguardano l’istigazione alla violenza, al razzismo ed a qualsiasi altra forma di sopraffazione. Grazie». Le retrovie di Brescia hanno la loro pagina, e chi mette like può prendere un cuopon da 5 euro girando i soldi a un circuito Intesa (i dettagli su Facebook): sarà invitato a pranzo alla parrocchia di Santa Maria in Silva. L’8 febbraio, Luca e don Fabio Corazzina serviranno un pasto a una sessantina di senza tetto: «I buoni servono a coprire le spese: quel che avanza, lo diamo a chi ne ha bisogno». Ieri ne hanno venduti sette. I ringraziamenti sul coupon: «Questo tuo fraterno contributo verrà usato per comprare medicinali, abiti e generi di prima necessità ai senzatetto».

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