15 ottobre 2014

La mostra che va da zero a infinito

Il 16 ottobre si inaugura al Palazzo delle Esposizioni di Roma la mostra Numeri. Tutto quello che conta da zero a infinito. Dalle neuroscienze ai codici criptati della seconda guerra mondiale un percorso tra gli intangibili protagonisti della nostra vita: i numeri
(red)

Misure di tutti i generi, prezzi, date, indici finanziari, telefoni: i numeri sono ovunque, da sempre. Li incontriamo ogni giorno e a volte non ce ne accorgiamo affatto, ma non per questo sono meno concreti del colore rosso delle ciliegie o del profumo della lavanda; come li percepiamo è il risultato di un processo evolutivo durato milioni di anni.

La mostra Numeri. Tutto quello che conta da zero a infinito si inaugura al Palazzo delle Esposizioni di Roma il 16 ottobre accompagnando il visitatore in un'esperienza affascinante e piuttosto singolare in cui i numeri fanno da protagonisti.

L'evento si sforza di evitare al visitatore la frustrante sensazione del "devo capire a tutti i costi" e allo stesso tempo il paternalismo di "la matematica è facile e divertente". Il percorso è vasto e articolato, spaziando al di fuori della definizione di numero come ingrediente base di ogni argomento scientificamente fondato. Proprio per la loro natura sfuggente infatti, fin dalle epoche piu remote e in tutte le culture i numeri sono carichi di significati simbolici, magici o religiosi, e non solo. La musica, le arti, l'architettura parlano il linguaggio numerico, e così la poesia: "Quel parlare  -  scrive Dante nel Convivio  -  che in numeri e tempo regolato in rimate consonanze cade".

La mostra che va da zero a infinito
Grande proiezione a parete che mostra, a scelta del visitatore, alcune date storiche scritte secondo diverse modalità appartenenti a varie culture
Cortesia Codice. Idee per la Cultura
 
La narrazione della mostra segue questa logica con un percorso lineare. Dopo un momento di ingresso che gioca sulla traduzione del "mistero" dei numeri, il cammino parte con un modello di cervello umano: quali zone vengono attivate dalla sua abilità di manipolare numeri e quantità? E come? Perché non tutti gli individui e le culture lo fanno allo stesso modo, e analizzarne le differenze è molto istruttivo, così come accorgersi dei nostri limiti (per esempio l'incapacità di trattare numeri grandi). Proprio per
una ragione di tipo evolutivo, la mente umana manifesta chiare limitazioni a trattare numeri eccessivamente grandi che esulano dai confini della nostra esperienza e, come scriveva il matematico Rene Thom, "danno un po' le vertigini".

Il passaggio successivo della mostra vede in parallelo i due aspetti del contare (anche nell'uso delle dita e della gestualità) e dello scrivere i numeri, nelle sue implicazioni linguistiche e culturali in varie società del passato e del presente.
La mostra che va da zero a infinito
Esemplare di Enigma
Cortesia Deutche Museum Monaco di Baviera

Un tuffo indietro sino alla preistoria ci mostra una serie di oggetti originali, quando i nostri antenati si sono accorti che con i soli mezzi naturali non riuscivano a maneggiare grosse cifre, e dunque hanno cercato di superare i loro limiti con la costruzione di strumenti per aiutarsi nel calcolo: dall'Osso di Ishango, risalente a circa 20.000 anni fa, alle tavolette babilonesi provenienti dal Louvre di Parigi; dagli abachi antichi del Museo Nazionale Romano, alla Pascalina, una calcolatrice meccanica del Seicento. Inoltre, proveniente da Monaco di Baviera, un esemplare di Enigma, la macchina utilizzata dai tedeschi per spedire messaggi cifrati durante la seconda guerra mondiale: perché anche un argomento apparentemente astratto come quello dei numeri primi può avere ricadute molto concrete come nel campo della crittografia.

L'obiettivo dell'esposizione, quindi, è da un lato lasciare intatto il sentimento di stupore e dall'altro riuscire a trasformarlo in consapevolezza di quanta intelligenza e complessità si nascondano a volte dietro idee semplici e intuitive.

La mostra prosegue fino al 31 maggio 2015.