Lo zucchero più costoso al mondo

Il vero buongustaio –il foodie come si usa dire oggi nell’irritante linguaggio italiese di moda nel web enogastronomico– non bada a spese quando di tratta di prodotti ricercati di qualità eccellente. Anche io, lo confesso, ogni tanto cedo e metto mano al portafoglio senza rimpianti pur di assaggiare qualche cosa di particolare e unico: un formaggio particolare (avete mai assaggiato il gorgonzola di latte di bufala?), un antico salume di una razza di maiale quasi scomparsa, oppure anche solo una materia prima senza impurezze o difetti che ne possano alterare il sapore.

È ormai tempo di fragole, e cosa c’è di meglio di ottime fragole gustate fresche spolverate solamente di zucchero? (niente limone grazie). Se sono normalissime anonime fragole acquistate al supermercato, magari provenienti dalla Spagna, va benissimo spolverarle con dell’altrettanto anonimo zucchero. Ma se siete un buongustaio e vi capita di avere delle fragole particolari, come la fragola profumata di Tortona, dovete assolutamente trovare l’abbinamento perfetto con il suo zucchero.

Se siete lettori di questo blog sapete che gli zuccheri non sono tutti uguali. Il normale zucchero bianco, il saccarosio puro, secondo me non va molto bene per esaltare il gusto di una ottima fragola perché è stato privato di tutto l’aroma. D’altra parte lo zucchero di canna, che può contenere fino al 5% di impurezze , ha un aroma troppo intenso, di liquirizia, dovuto ai residui di melassa ancora presenti, che coprirebbe quello delicatissimo delle fragole. In più il saccarosio ha un profilo gustativo troppo marcato per cui sarebbe meglio utilizzare una miscela di zuccheri infinitesimamente aromatizzati. Serve un “aroma infinitesimo” per accompagnare senza sovrastare quello delle fragole.

Il marketing ha capito da tempo che la nicchia di mercato dei buongustai è piccola ma ha un portafoglio a fisarmonica, come si suol dire. Quindi è possibile confezionare prodotti con caratteristiche eccezionali adatte alla dolcificazione, usando tecniche avanzatissime ma ahimè anche costosissime, che però trovano una loro collocazione di mercato.

Lo zucchero che ho scelto per valorizzare le mie fragole è stato prodotto con una tecnologia degna di un laboratorio farmaceutico. È a base di saccarosio ovviamente, l’85%, ma il profilo gustativo un po’ invadente del saccarosio è mitigato da un 15% di lattosio, lo zucchero del latte, con il suo vellutato e mellifluo retrogusto. Avete presente il sapore delle galatine? Ecco, ma solo per il 15%. Certo, questo significa che non è un prodotto adatto a chi è intollerante al lattosio. Dura la vita del buongustaio intollerante al lattosio :(

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Lo vendono sotto forma di piccole palline che si rompono piacevolmente sotto i denti, senza sentire la ruvida asperità dei normali cristalli di zucchero. E vi avviso subito che, come il caviale, è un prodotto costoso. Molto costoso. Incredibilmente e, qualcuno direbbe, immoralmente costoso. Ne ho acquistata una confezione di 6 (sei) grammi alla bellezza di 12,90 euro! Fanno 2150 euro al kg: circa duemila volte di più del comune, banale, scontato e noioso zucchero da cucina! Il foodie si distingue anche perché non bada a spese per soddisfare il palato. E lo racconta con orgoglio agli amici.

Contengono altro queste palline? No. Ed è proprio per questo che costano così tanto: sono 85% di puro saccarosio e 15% di puro lattosio. Niente altro. L’ottenimento di un prodotto non contaminato da aromi e sapori indesiderati è possibile solo con tecniche che appartengono più alla farmacopea che alla gastronomia, ma in un epoca dove scienza e cucina si mescolano in modi insospettati niente ci stupisce più.

Ma torniamo all’aroma infinitesimo: queste palline devono venire “lambite” da un altro prodotto, qualche cosa che possa apportare la caratteristica aromatica desiderata senza essere invasiva. Infinitesima appunto. Ed è qui che la tecnologia ancora una volta viene in aiuto: queste palline sono preparate con la tecnica chiamata 200K, come indica la confezione. È ovviamente tutto automatizzato ma in pratica funziona così: si parte da una goccia (immaginate 1 millilitro) della sostanza che si vuole usare per aromatizzare e la si diluisce in un flacone da 100 millilitri con dell’acqua distillata purissima. Il flacone deve essere “scosso” in senso verticale per 100 volte. C’è ovviamente un macchinario apposito. Tecnicamente questa fase si chiama “succussione” o “dinamizzazione” e secondo il produttore delle palline è assolutamente fondamentale per la qualità del prodotto finale. A questo punto si butta il contenuto. Esattamente, avete capito bene: si getta via.

Ovviamente qualche goccia della soluzione rimarrà sulle pareti del  recipiente. Si riempie nuovamente il recipiente con acqua distillata, altra succussione, si getta nuovamente e così via per 200 volte. Ecco spiegato il 200. La lettera K ci ricorda che questo procedimento è stato ideato da Simon Nicolaievitch von Korsakoff. Sempre geniacci questi russi!

Qualche lettore tra i più svegli si chiederà: “ma dopo 200 volte cosa rimane nella bottiglia della sostanza iniziale?”. Esatto. È proprio questo il punto. Niente. Non rimane nulla, solo l’ombra infinitesima della sostanza iniziale. Altrimenti ricadremmo nel problema dell’aroma troppo intenso no? Il palato fine del foodie apprezza comunque la differenza.

Ora si prende l’acqua distillata presente nel flacone 200K e la si spruzza delicatamente sulle palline di saccarosio e lattosio preparate in precedenza e si lascia asciugare l’acqua. L’aroma infinitesimo si trasferisce quasi magicamente dall’acqua pura, che evapora, alle palline di zucchero. Il produttore puntigliosamente e orgogliosamente riporta, oltre all'indicazione sulla conservazione del prodotto a temperatura ambiente, che 1 grammo del suo prodotto contiene esattamente 1 grammo di zuccheri e niente altro. Curiosamente però solo sulla confezione americana e non su quella italiana,  Misteri delle etichette.


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0,85 grammi di saccarosio e 0,15 grammi di lattosio. Niente altro. Ovviamente sono state fatte analisi chimiche e tutte confermano le affermazioni del produttore che le palline contengono solo zuccheri e niente altro. L’altissimo prezzo è giustificato proprio dal fatto che, a differenza dei prodotti convenzionali, qui le impurezze sono completamente eliminate.

Certo si sposa benissimo con le mie fragole al naturale

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Quale aroma infinitesimo ho scelto per le mie fragole? Abbiamo già parlato in passato di accostamenti arditi e sorprendenti. Ostriche e Kiwi, fegato di maiale e gelsomino. Banane e prezzemolo. Ecco, le mie palline invece sono venute in contatto infinitesimo, tramite l’acqua distillata, con Anas Barbariae Hepatis et Cordis Extractum. Che vuol dire estratto di cuore e fegato di anatra muschiata. Dura la vita del buongustaio vegetariano o vegano :(

È noto che il fegato d’anatra è considerato tra i buongustai ben più pregiato del più comune fegato d’oca. È certo un sapore forte ma solo perché vi immaginate il patè. Non temete: a diluizioni infinitesime è una gara percepirlo. Conosco persone che possono giurare e spergiurare che quelle palline non sono “normale” zucchero e che loro la differenza la sentono quindi pregherei i commentatori di non mettere in dubbio questo fatto.

Certo, fa impressione usare lo zucchero più costoso al mondo: 2150 euro al Kg. Ma vuoi mettere il gusto?

Se volete provare il prodotto, si chiama Oscillococcinum. Lo trovate in farmacie e parafarmacie invece che al supermercato, per distinguersi dagli altri zuccheri.

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85% di saccarosio e 15% di lattosio. Certo, 2150 euro al Kg! Ma vuoi mettere il gusto?

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Dario Bressanini

462 commenti RSS

  • Lasciamo perdere il termine convenzionale. Una persona che esercita la professione di medico è un medico e basta. Poi esistono medici bravi e meno bravi, informati o meno informati; il tuo medico probabilmente non conosceva quel farmaco oppure se lo conosceva non ritieneva che fosse utile per tuo figlio.
    Esistono migliaia di farmaci e non si può pensare che ogni medico li conosca tutti.
    Poi c'è un'altra cosa da dire; non è detto che sia stato quel prodotto a risolvere il problema. magari i dolori sono passati perchè dovevano passare oppure perchè tuo figlio stava prendendo altri farmaci che hanno risolto il problema.

  • L'oscillococcinum, anni addietro, andava "a ruba" ...quale vaccino e/o terapia per la sindrome influenzale. A Grenoble costava più o meno 1/10 rispetto all'Italia. Poi è passata la moda. Bell'articolo, grazie.

  • Tanto per rovinarmi la domenica:
    oggi sul giornale insieme a consiglio di vaccinarsi contro l'influenza da parte del presidente della società italiana di medicina generale subito sotto articolo con suggerimento da parte di "medico" omeopata di prendere oscillococcinum.

    Mi chiedo da sempre, come e' possibile che l'ordine dei medici accetti simili comportamenti, come e' possibile che un omeopata possa chiamarsi medico?

    Forse si riassume nel famoso detto:"pecunia non olet"?

    https://drive.google.com/file/d/0ByDSmeRBOZsjX1E2aFhEYmlLeEU/view?usp=sharing

  • Elogio della omeopatia. Con prefazione del ministro della salute. Quindi se lo dice lei, c'è da fidarsi! :-)

    http://www.agenparl.com/torino-elogio-della-omeopatia-un-libro-con-prefazione-del-ministro-lorenzin/

  • Veramente ben fatto! Si passa dalla curiosità allincredulità è solamente alla diluizione 200k capisco dove sta andando veramente a parare... Gran trollata!

  • It's not my first time to pay a quick visit this
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  • Come può un medico omeopata definirsi medico? Semplice è laureato in medicina spesso anche con Baltea specializzazioni e ha studiato omeopatia e si presume abbia verificato che funziona dato che soesso fa anche il medico normale!

  • Come può un medico omeopata definirsi medico? Semplice è laureato in medicina spesso anche con Baltea specializzazioni e ha studiato omeopatia e si presume abbia verificato che funziona dato che spesso fa anche il medico normale!

  • Io spero sempre che la maggior parte di questi li prescriva solamente come placebo, per pazienti troppo ansiosi che non vogliono sentirsi dire "muova il sedere dalla sedia, vada a farsi una camminata, aspetti qualche giorno e poi passa da solo"

  • Ho letto sulla stampa che la lorenzin ha ritirato la prefazione al libro :-)

  • grandissimo articolo! mi ha fatto morir dal ridere!

  • ... :) sono fortunatissima sto pensando, ne ho presi tanti come cura omeopatica,ma me li hanno portati da fuori .. come al solito in italia è tutto molto piu caro

  • Se prendo 1ml di sostanza aromatizzante e la sciolgo in un contenitore contenente 20litri (100mlx200) di acqua distillata e lo agito per 20mila volte (100x200), non ottengo lo stesso risultato?

  • Se volevi passare all'omeopatia potevi anche risparmiare le fragole :-p

  • Ah aH aH! prima di capire stavo pensando di commentare " Tanto vale provare con l'oscillococcinum!"
    Poi però ho mangiato la foglia...

  • Stavo pensando che l'Oscillococcinum non è neanche un preparato omeopatico, perché il fegato e cuore d'anatra, anche se lasciati marcire per 40 giorni, non è che producono i sintomi del raffreddore, quindi secondo la "teoria" dell'omeopatia non dovrebbero curare il raffreddore stesso, al massimo il mal di pancia.
    Più in generale, anche per i preparati omeopatici dovrebbe essere specificato il tipo di malattia che dovrebbero curare, altrimenti che omeopatici sono? I medici omeopati non dovrebbero andare a cercare il "simillimum" cioè quel rimedio che tratta specificamente i sintomi di quella specifica persona?
    Allora come mai ognuno può prendere quello che gli pare o che viene consigliato dal farmacista?
    Ma chiaramente all'omeopatia non si può chiedere di essere coerente con sé stessa, omeopatia è qualunque cosa che abbia scritto sulla scatola "omeopatico".

  • Buongiorno Dario,

    Ne approfitto per chiederti una info sul tema "zuccheri semplici".

    L'apporto calorico giornaliero di zuccheri semplici non dovrebbe superare circa il 10% dell'enegia giornaliera. Allo stesso tempo viene consigliato un apporto di carboidrati complessi di circa il 50-55% (a seconda dell'attività fisica). Charissimo.

    Dato quanto sopra, mi chiedo solo se gli zuccheri semplici che derivano dalla scomposizione dei carboidrati complessi vadano in qualche modo considerati all'interno del "limite" del 10% giornaliero.
    Ovviamente io non credo che vadano considerati, altrimenti saremmo sempre fuori quota di zuccheri semplici, ma allo stesso tempo mi chiedo come mai.

    E' per via del processo di metabolizzazione degli stessi, rispetto all'assunzione diretta di zuccheri semplici?

    Grazie in anticipo,

    Un ragazzo di Torino che ama i dolci...

  • Claudio, no, non vengono conteggiati. Noi assumiamo giornalmente la maggior parte delle calorie dai carboidrati, di cui solo il 10% come dici tu dovrebbero essere zuccheri semplici (saccarosio, glucosio, fruttosio, sciroppi vari, malti vari etc..)
    Credo che il motivo sia il fatto che il loro metabolismo è più lento di quello degli zuccheri ma non sono un nutrizionista

  • Alberto Guidorzi 5 giugno 2016 alle 00:28

    Claudio

    Anch'io credo che si questione di picco glicemico

  • Grazie per la risposta, sono quei dubbi stupidi che fan dubitare i quel poco che uno sta cercando di imparare...

    Buona giornata

  • Maurizia Nichelatti 29 maggio 2017 alle 20:41

    Nella caccia alle streghe che circola in questi giorni sull'uso dell'omeopatia, devo dire che questa è decisamente la più "curiosa". Il signor Bressanini, che riscuote anche la stima di qualcuno, disquisisce di omeopatia, come se fosse un medico, in un blog di tutt'altro genere con una chiacchierata derisoria e fuorviante sia per termini usati che per contenuti. "Palline " lambite" da un altro "prodotto"che viene definito aromatizzante..La "tecnologia" che viene in aiuto, come lui dice, è di vecchia data. Nel ' 700 Napoleone aveva due omeopati al seguito del suo esercito, ed è risaputo che la tecnica della succussione sia fondamentale non solo per l'interessato produttore delle palline ma anche per Hanneman che ne è l'inventore.Essendo una lettrice sufficientemente sveglia, mi son fatta anche io delle domande su questo procedimento e sui suoi effetti, dato che mi curo con l'omeopatia da 30 anni. Mi CURO e GUARISCO. E pure la mia cagnetta. Quindi il NIENTE ha i suoi effetti, perchè le palline non sono solo zucchero...le palline dei vari rimedi hanno gusti diversi." Ma vuoi mettere il gusto?" Il produttore americano che sostiene che le sue palline sono solo zucchero fa male (misteri delle etichette..) Cosa dovrebbe dire la Loacker dei suoi rimedi senza lattosio? E delle gocce? Si sa che i tedeschi son precisi..Comunque il signor Bressanini è male informato, perchè alcuni rimedi sono venduti anche nella parafarmacia della COOP (un supermercato) , ma non per distinguerli o meno da zuccheri meno di pregio e meno costosi, ma perchè i rimedi omeopatici sono sostanze curative che alleviano molte sofferenze

  • Aveva proprio ragione quel vecchio omeopata a dire che l'omeopatia è una psicoterapia sotto mentite spoglie :lol:

  • intanto un bambino è morto per una banalissima otite "curata" con l'omeopatia...

    Gramellini nel suo editoriale sottolinea l'importanza del dialogo e dell'ascolto:

    http://www.corriere.it/caffe-gramellini/17_maggio_29/omeomania-ed0e61ec-44b0-11e7-95ab-f09d324d6fee.shtml

    anche se alla fine il problema principale sembra essere la scarsa empatia dei medici

  • Mia moglie è convintissima che l'omeopatia nel suo caso funzioni a meraviglia, meglio della "chimica cattiva", così a volte mi ha fatto (o meglio, quasi costretto a) provare l'"oscillocoso".
    Da persona pratica (pace coniugale...) e sperimentatrice (San Tommaso di natura), alcune volte l'ho assecondata. Risultato? Su di me non funziona, anzi, rispetto a far fare il suo normale decorso alla febbre e al limite prendere la tachipirina (o chi per lei) al bisogno, le volte che ho preso l'"oscillocoso" sono stato meno male ma molto più a lungo. Esempio: invese di due giorni di febbre a 38, quattro o cinque a 37,2-37,5.
    Ok, un caso personale non fa statistica, ma alla prova dei fatti con me l'omeopatia non ha funzionato.

  • Mia moglie ha trovato uno zucchero che costa anche di più ... Camuffato da vaccino antinfluenzale "ottenuto da ceppi che sono stati concessi direttamente dall'OMS", le ha detto il farmacista (!!!).
    IVER INFLUENZINUM 200 CH, della OTI.
    Sono 3 fiale di globuli da 1,6 g ciascuna, al costo di 14,6 euro. Sarebbero 3.041,6 periodico euro/kg.

  • Beh, quando te ne accorgi ti viene un infarto e il problema "influenza" è risolto. Definitivamente.

  • Pappagallorosa, Corrado il problema che iver influenzinum viene venduto come vaccino antinfluenzale poiché contiene a loro dire dei virus dell'influenza , ma il termine vaccino può essere usato con un prodotto omeopatico?
    Trovo strano che nessuno sia ancora intervenuto a denunciarli
    https://www.farmanaturashop.it/it/omeopatia/oti-iver-200ch-vaccino-antinfluenzale-omeopatico
    Questo è uno dei siti che lo vende

  • Però, obietttivamente, tra gli investimenti negli impianti, i costi di R&D (del marketing, soprattutto), la logistica, l'accurata scelta dei fornitori, il laboratorio d'analisi interno ... Considerando che non fanno i volumi di una P&G o G,S&K ... Magari, dal loro punto di vista, è pure un prezzaccio!
    Resta il fatto, per me inspiegabile, di come ci si riesca a vaccinare contro l'inflenza con un "vaccino" orale ...

  • Voglio dire, sarebbero più credibili con un aereosol o un ciclo d'iniezioni ...
    Non stiamo parlando di polio, ma d'influenza ...
    E le fiale di acqua ppi costa meno produrle rispetto ai globuli.

  • Eh, lo dici tu... Vuoi mettere il costo della manodopera QUALIFICATA in grado di eseguire nel modo giusto la sucussione? Guarda bene, da qualche parte ci sarà un flash con scritto "sucusso a mano!!!". Oppure lo avranno fatto con l'evian...

  • ... Potrebbero averlo succusso col vecchio sistema, un giro in carrozza su un tracciato accidentato e polveroso/fangoso a simulare le strade del 1700-1800 ...
    Tra il mantenimento del tracciato, rigorosamente tra punti nodali, il rabdomante, i cavalli adatti e le loro necessità, la carrozza ...

  • Se l'acqua avesse la memoria potremmo usarla come storage per dei biocomputer

  • Massimiliano, un po difficile, ha un atomo di idrogeno in più su cui non può basarsi un sistema binario

  • ho sbagliato, atomo di ossigeno in piu

  • Forse si riferiva agli aspetti più quantistici della molecola, ma non capisco il modo ...

  • ciao corrado, no la sua era solo una giusta battuta sulla teoria degli omeopati che affermano che anche se in quell'acqua zuccherata non esiste piu una molecola di principio attivo l'acqua ne conserva ancora la memoria sufficente per guarire la malattia per cui era stata creata
    pregherei Massimiliano di correggermi se sbaglio, cioè ci volevi prendere per fondelli

  • Pappagallorosa 6 aprile 2019 alle 20:52

    Era una battuta, un po' da "nerd", ma carina!

  • Rosa, indubbiamente, anche perché davanti a certi figuri idrovore di palanche servono solo le battute

  • L'acqua è un dipolo a cui basta un nonnulla per essere perturbato, i computer quantistici si basano su "atomi" più neutri e stabili.
    Non è una battuta molto sensata ...
    Avrebbe avuto più senso una battuta sulla memoria del vino ...

  • Corrado, il vino a me la memoria la fa perdere, infatti bevo il vino per dimenticare che ormai mi rimane solo quello
    Tu sei troppo godereccio con lepre amarone e e vai, io da vecchio veronese ad un valpolicella preferisci ancora un ottimo barbaresco, ma con la lepre abbino volentieri una barbera giovane che non ammazzi il sapore di cacao della lepre

  • Fabio,
    io mi riferivo a tutto quello che i sommelier, prendendo la bottiglia "per il culo", propinano ai clienti: sentore di mela golden matura/ananas/asparago/mirto/castagna/banana, il terreno acido/carbonatico/salino/lavico, i profumi della campagna astigiana/veronese/romana/friulana/sicula, ...
    Mi meraviglio di te!
    Io attribuisco solo agli sconfinati poteri dell'omeopatia il potere del sommelier di estrarre tante informazioni da un vino, magari dopo 50 anni che è fermo in una cantina buia in una bottiglia di vetro, senza internet nè campo!
    Nella mia ignoranza, ho assaggiato vini di varie parti del mondo, a parità di vitigno e di situazione pedoclimatica locale non ho trovato tutte le differenze che decantano gli "esperti" tra un merlot californiano e uno friulano della stessa gradazione, per dire ... Delle due una: o è l'omeopatia, o sono io che non bevo abbastanza!

  • Oppure si lasciano influenzare dall'etichetta ...

  • Corrado mi citi il Merlot che povera vite e una delle più bistrattate a cui fanno produrre vini eccelsi è sbroda imbevibile rovinandone la reputazione un po' come una volta era il Chianti e il nostro bardolino
    Non sono un sommelier per cui non ti saprò mai dire tutte le baggianate che raccontano, ma conosco i vini e le cantine che mi piacciono e su quella base giudico e avendo operato in Piemonte e Lombardia oltre al Veneto, ed essendo un alpino a cui piace il vino, ho avuto modo di conoscere i vini sul territorio, cantine che non trovi nella normale distribuzione, attento niente di eclatante, ma un prodotto buono e onesto, che quando devo andare a Cuneo o a Giussano mi fermo a prendere una dozzina di bottiglie, non hanno tempo di fare le ragnatele.
    Da voi bevevo volentieri il tocai giù a Miramare davanti a un piatto di caperozoli da mangiare assolutamente senza posate
    Vorrei vedere i californiani creare tanti vini così diversi da un unico vitigno Sauvignon, trebbiano, nébbiolo, garganega e fare uvaggi così buoni è facile prendi un pinot nero o un Merlot li lavori ci aggiungi zuccheri e avrai spumanti e vini buoni sicuramente, ma alla fine semp re così eguali da diventare monotoni

  • Corrado
    Non bevi abbastanza mi sa!
    Ho visto un enologo, piuttosto famoso, assaggiare tre vini alla cieca: in un caso ha azzeccato addirittura l’etichetta (un Monfortino!) e sull’annata si è avvicinato molto, in un altro caso ha azzeccato vitigno, zona (quella precisa zona della borgogna) e l’ha inserito correttamente in un range di annate.
    Io sono ben lungi dall’avere capacità simili, ma dopo qualche anno di lavoro nel settore ho capito che non sono proprio tutte vaccate!

  • Simone,
    gli enologi sanno il fatto loro, hanno le "mani in pasta" di continuo.
    I sommelier-enologi sono pochi.

    Per farti un parallelo motoristico: l'enologo è l'ingegnere dell'aerodinamica, il sommelier è il pilota: ci puoi mettere alla guida uno che va fortissimo ma non sa nulla di ingegneria.

  • Simone Corrado ha centrato il discorsa, un enologo è un tecnico che le cantine usano per avere una cistanza di prodotto per cui è obbligato a conoscere i vini per poterli correggere.
    Se vuoi diventare sommelier ti fai un corso di 6 mesi dove alla fine ti fanno un esame teorico sulla conoscenza dei vini, ma di assaggi ne fai molto pochi forse io Corrado e altri bevitori potremmo anche capirne qualche cosa senza usare tutti quei paroloni, in un albergo 5 stelle a Montegrotto ho contestato un vino che aveva un leggero fondo di tappo ed è dovuto intervenire il maître di sala perché il sommelier non sapeva cosa rispondermi
    Morale, o ti piace il vino o non lo puoi conoscere

  • Corrado e Fabio

    Non sarei così duro sui sommelier, peraltro esistono più livelli (6 mesi è il corso base solo), penso anche che l’avere una buona teoria sia fondamentale per una buona pratica.
    Ci va studio, bevute e soprattutto un minimo di attitudine naturale, io sono l’esempio della carenza di attitudine!

  • Tanto di cappello ai sommelier che in 6 mesi imparano tutto del vino (base)!

    Ci sono percorsi di studio per enologi che durano ALMENO 3 anni di università, per non parlare di chi comincia già a prepararsi con i 5 anni di istituto tecnico superiore.

    Come chi si fa 5 anni di ISEF e poi scienze motorie all'università che viene parificato ai personal trainer con le 40 ORE di corso una tantum ...

  • Alberto Guidorzi 10 aprile 2019 alle 17:15

    Corrado se non sbaglio a Conegliano si facevano sei anni.

  • Sì, 6 anni e uscivi perito agrario a indirizzo enologico.

  • Nel 2000 all'Università di Udine c'era un corso triennale di specializzazione in viticoltura ed enologia, nel biennio c'era buona parte degli esami in comune e nel secondo semestre del secondo anno sceglievi la specializzazione in uno dei due indirizzi.

  • Corrado
    Ma infatti in 6 mesi si imparano solo le basi della degustazione, è per questo che ci sono vari livelli, e non ho mai detto che un corso (base) di sei mesi dia la stessa preparazione di un corso universitario da 3 anni.
    Semplicemente il corso base serve ad apprendere le basi della degustazione e ad avere un’infarinatura sul mondo del vino in generale.

  • Simone,
    concordo con te in linea di principio, purtroppo tra i sommelier molto spesso difetta l'umiltà ...
    Un mio amico agronomo che dirige una cantina nel Collio Friulano ha questa teoria (da lui passano sia enologi sia sommelier, ovviamente): l'enologo prende la bottiglia "per il collo", il sommelier "per il culo".

  • Corrado
    Su questo hai perfettamente ragione.
    Bella citazione!

  • Alberto Guidorzi 14 aprile 2019 alle 17:25

    Corrado

    Si limitasse alla bottiglia......

  • Alberto,
    se fossi più esplicito, una bella denuncia per diffamazione non me la leverebbe nessuno!...

  • Alberto, Corrado, direi che anche così è sintetica ma egficace! :-)

  • Corrado, per vostra fortuna avente ancora dei retaggi austro ungarici e fate le cose seriamente, qui in valpolicella esiste una succursale dell'istituto agrario che a detta dei residenti e il rifugio peccatorum per tutti quei ragazzi che non hanno voglia di studiare
    Un mio carissimo amico, direttore di un importante ente, ha fatto si tre anni di corso, ma serali ed il suo maggior vanto è quello di fare il sommelier sul ponte visconteo alla festa del nodo d'amore e pavoneggiarsi al vinitali
    A suo discolpa debbo dire che il vino lo conosce bene tanto da farci ogni tanto, assieme al qui presente, delle belle ciuche o bale che dir si voglia

  • PS se mancano accenti è colpa dell'iPod

  • Bellissimo ...
    Ora attendiamo il video per pagare lo specialista della cura del bicarbonato, dell'urinoterapia, ecc.

  • Quelli che parlano di omeopatia "dalla parte della chimica" per sbufalarla, però, puntano tutto su zucchero e diluizioni, nessuno che parli di come sono fatti i preparati a base alcolica, nè che dica come mai si usa alcol invece che sherry, come in origine, per esempio ...