Omeopatia non è curarsi con le erbe. Omeopatia è diluizione

Avviso ai naviganti: questo articolo fa parte della serie “Consigli non richiesti a giovani scienziati aspiranti divulgatori”. Uomo avvisato...

Quando si vogliono discutere temi complessi e controversi, come la sperimentazione animale, gli OGM, l’agricoltura biologica o i vaccini, è forte la tentazione di voler trattare tutti, ma proprio tutti, gli aspetti in una volta sola. Sappiate che il risultato sarà un minestrone immangiabile. Una “sbobba”. Semplicemente non è possibile, sia che teniate una conferenza sia che vogliate scrivere un articolo (per un libro ovviamente è diverso). Il tempo a disposizione è limitato, l’attenzione del lettore, o ascoltatore, è una risorsa preziosa. Il mio consiglio quindi, come faccio da sempre sul mio blog, è di trattare un argomento alla volta, in modo da svilupparlo per bene in tutte le sue diramazioni. Dovete rimanere focalizzati e in tema in modo che il messaggio, uno solo, arrivi chiaro.

Ovviamente in questo modo vi esponete, volontariamente, alla facile critica “eh, ci hai raccontato di X, ma non hai toccato l’aspetto Y e Z. Ci vuole bel altro per convincermi”. Sono i “benaltristi”: c’è sempre qualche cosa che non avete trattato e ovviamente, per loro “se avessi trattato Y o Z le conclusioni sarebbero ben altre”. Benaltristi appunto. Ma in realtà non sono un grosso problema.

Mi è capitato, ad esempio, trattando il biologico. Quando ho scritto il pezzo sulla presunta ma inesistente superiorità nutrizionale dei prodotti biologici rispetto a quelli convenzionali qualcuno, punto sul vivo perché invece in passato aveva scritto articoli sostenendo il contrario (cherry picking, questo conosciuto), mi è saltato addosso in rete dicendo “eh, ma non hai trattato l’impatto ambientale, non hai trattato i residui di pesticidi, e poi questo e quello”.

Come dicevo il “benaltrista” è facile da gestire perché raramente entra nel merito: si limita a dire "dovevi trattare anche...". Serve solo un po’ di pazienza. È ovviamente necessario che svisceriate, con un po’ di calma, anche gli altri argomenti. Sempre uno alla volta. Sarebbe bene dichiararlo in anticipo anche se questo non servirà a prevenire il benaltrista: “Oggi parliamo dell’uso della sperimentazione animale nella ricerca scientifica di base. Nelle prossime puntate affronteremo il tema dell’uso degli animali nei test sui farmaci, poi parleremo dell’affidabilità del modello animale, degli aspetti etici etc..”.

Io con il biologico, e con gli ogm, ho fatto esattamente così: dopo aver trattato la parte nutrizionale ho affrontato i residui di pesticidi, la sicurezza, l’impatto ambientale e via...

Ovviamente se tenete una unica conferenza, o pensate di scrivere un unico articolo, dovete scegliere. Dovete. Potete, se il tempo a vostra disposizione è sufficiente, scegliere un tema principale da ben sviscerare a cui affiancare un tema secondario, collegato, da affrontare brevemente.

Quale aspetto trattare per primo? O illustrare nell’unica conferenza che dovete tenere? È una scelta difficile. L’argomento deve essere di impatto, ma dipende molto dal tipo di pubblico a cui vi rivolgete. Se devo tenere una conferenza sugli OGM gli argomenti che tratterò saranno diversi a seconda che mi rivolga a studenti del Liceo, ad un convegno di agricoltori o a simpatizzanti di Slow Food. È importante che prepariate il vostro articolo o la vostra conferenza avendo ben in mente il pubblico specifico a cui vi rivolgete.

Ho assistito a conferenze pubbliche sugli OGM tenute da ricercatori che sembravano dirette a studenti universitari e non ad un pubblico non specialistico. L'Epic Fail è dietro l'angolo in questi casi.

Non sperate neanche di raggiungere il cento per cento delle persone. Non ce la farete mai ed è tempo perso cercare di farlo. Considerate irrecuperabili i lettori o gli ascoltatori troppo ideologizzati. Se parlate di sperimentazione animale, ad esempio, è perfettamente inutile rivolgersi agli animalisti. Rivolgetevi invece a coloro, e sono spesso la maggioranza, che sono sinceramente perplessi e vogliono capire di più su un certo tema. Gli “indecisi”: coloro che non hanno mai approfondito veramente l’argomento ma che si rendono conto di ricevere informazioni contrastanti, e non tutte veritiere.

Lo zucchero più costoso al mondo

Era da un po’ che volevo parlare di omeopatia. Molti giornalisti e divulgatori scientifici si sono cimentati col tema. Un approccio tipico è partire da quanto ha ormai assodato la scienza: l’omeopatia non è altro che effetto placebo. Il vostro compito è spiegare in che modo, somministrare una pillola che non contiene principi attivi ma che viene percepita come un farmaco, può a volte aiutare a curare malattie di vario tipo. L’effetto placebo è sfruttato ampiamente anche dalla cosiddetta “medicina ufficiale” (in realtà la medicina è solo una: quella che funziona. Il resto non è medicina perché non funziona).

Sappiamo tutti qua dentro che l’omeopatia funziona come un placebo. (Ecco, vedete? Mi sto rivolgendo ad un pubblico specifico ora: quello dei giovani laureati in materie scientifiche, aspiranti divulgatori, che hanno approfondito l’argomento, sanno che non c’è alcun “dibattito scientifico” in materia e che vogliono trovare il modo migliore per comunicare al pubblico. Quindi non perderò tempo in questo articolo a illustrare le centinaia di sperimentazioni che hanno portato a questa conclusione).

Il problema di questo approccio, che chiameremo “l’omeopatia è un placebo”, è che solitamente non è efficace dal punto di vista psicologico. Si scontra con il potentissimo “ma su di me funziona!”. Per vari motivi molte persone che si curano con l’omeopatia non sono disposte ad ammettere che del semplice zucchero possa, se non curare la malattia, almeno ridurre i sintomi. E infatti a questo punto della discussione si tirano fuori i tipici argomenti: “L’omeopatia funziona anche sui bambini piccoli: non vorrai dirmi che è placebo anche quello?”. O anche “E gli animali? Curo il mio gatto con l’omeopatia e funziona. Lui mica è suggestionabile”.

A questo punto sarete costretti a fare una lunga digressione per spiegare, studi alla mano, che sì, l’effetto placebo è riscontrabile anche su bambini e animali. Tuttavia dal punto di vista comunicativo è un autogol perché ora siete sulla difensiva e dovete rincorrere. In più la reazione “ma su di me funziona!” ha fatto immediatamente alzare un muro nel lettore o ascoltatore e tutte le argomentazioni che avete faticosamente preparato rimbalzeranno via. Il muro ha un carattere difensivo e serve a proteggere le proprie convinzioni profonde da tutto quello che potrebbe metterle in dubbio.

Tutti noi abbiamo delle convinzioni, delle “fedi irrazionali" , che in qualche misura ci identificano e che non siamo disposti facilmente ad abbandonare. Anche voi, che vi ritenete esser razionali, le avete. Dovete solo essere onesti e ammetterlo. I muri servono a questo: ad evitare che fatti scomodi possano scalfire, indebolire o addirittura abbattere le convinzioni che formano la nostra identità, o l’immagine di noi che ci siamo creati.

Se davvero volete impostare il vostro discorso a partire dall’equazione omeopatia = placebo, prima parlate, in un articolo dedicato, dell’effetto placebo e delle sue meraviglie. Facendo bene attenzione durante l’articolo a non citare mai, neanche di sfuggita, l’omeopatia. Questo perché altrimenti alcune persone comincerebbero a erigere muri mentali una volta che si accorgono di dove volete andare a parare, mentre voi volete che la spiegazione sull’effetto placebo arrivi dritta al bersaglio e che venga compresa, metabolizzata e accettata. Compreso il fatto che, attraverso i genitori, funziona anche sui bambini. Solo una volta fatto questo potrete, la volta successiva, parlare di omeopatia.

Questa strategia comunicativa come vi ho detto non mi convince molto. Io ho preferito partire da un'altra angolazione, e cioè dalla constatazione che molte persone (certo non tutte) sono in realtà convinte che omeopatia significhi “curarsi con le erbe”. Ed è così che si “giustificano mentalmente” la presunta efficacia (il “su di me funziona!”, certo, “sono erbe no? Che c’è di strano?”)

Chiamo questa strategia “Omeopatia non è curarsi con le erbe, omeopatia è diluizione”  parafrasando goffamente, una canzone di Giorgio Gaber (La libertà)

È nato così l’articolo sullo zucchero più costoso al mondo: con l’idea di raccontare in modo scherzoso un fatto appurato e dichiarato addirittura dal produttore stesso, la multinazionale (Big Omeo-Pharma) Boiron: il loro prodotto di punta, l’Oscillococcinum, contiene solo ed esclusivamente zuccheri. Di erbe, o nel caso specifico di estratto di cuore e fegato di anatra muschiata, neanche l’ombra.

Se avessi iniziato l’articolo spiegando come funziona il placebo, raccontando subito che questo prodotto contiene solo zucchero e funziona al più come innocuo ansiolitico per persone che hanno bisogno di una rassicurazione (“lo compero per mio figlio così stimola il proprio sistema immunitario e non prenderà l’influenza quest’anno, e tutto senza avere effetti collaterali”) avrei immediatamente visto innalzarsi i muri mentali delle persone che si sarebbero sentite offese (“Mi stai dicendo che sono fessa perché penso di curare mio figlio con del semplice zucchero? Mi stai dicendo che non sono una buona mamma? Ma vai a quel paese!”). Invece ho raccontato i fatti senza dare giudizi verso le persone che comprano questo prodotto perché pensano, in assoluta buona fede, che sia veramente efficace perché "contiene delle erbe".

Ricordatevi che il vostro obiettivo non è convincere le persone a non usare prodotti omeopatici: non sta a voi guidare le scelte delle persone, anche se magari lo desiderate. Accontentatevi di far arrivare nel modo più chiaro possibile il vostro messaggio: i fatti accertati. In questo caso il fatto che i prodotti omeopatici (ma non tutti, vedi dopo) di estratti di erbe non ne contengono proprio.

Non sta a voi indicare alle persone come devono curarsi e come dovrebbero spendere i loro soldi. Ovviamente il discorso sarebbe completamente diverso se dovessi rivolgermi ad un politico che decide come vengono spesi i soldi pubblici.

Affrontare il dilemma

Dovete far arrivare bene e in modo pulito i fatti. Nel modo più chiaro possibile. Un messaggio semplice come “nell’Oscillococcinum ci sono solo zuccheri. Lo dichiara il produttore e nessuna analisi chimica ci ha mai trovato nulla di diverso”. Solo in seguito, per chi desidera approfondire, potete spiegare come mai le diluizioni successive −la famosa sigla CH o DH riportata sulla confezione del prodotto omeopatico− oltre una certa soglia fanno sì che non rimanga più nulla del prodotto di partenza. Neanche una  molecola.

È un po’ come per i teoremi matematici: un matematico adora conoscere la dimostrazione formale di un teorema, la sequenza logica di ragionamenti che dimostrano inequivocabilmente la tesi. La maggior parte delle persone no. NO. NO! Fatevene una ragione. È solo interessata all'enunciato del teorema: la somma dei quadrati costruiti sui cateti di un triangolo rettangolo è pari al quadrato costruito sull’ipotenusa. Se partite dall’assunto che tutti siano matematici e quindi prima darete la dimostrazione del teorema di Pitagora a metà strada li avrete già persi quasi tutti. Tranne quei due matematici che comunque la dimostrazione la sapevano già. Anzi, ne conoscono venti tutte diverse. Questo infatti è il rischio peggiore della divulgazione scientifica fatta male: parlare solo a quelli che le cose le sanno già. E magari meglio di voi. A questo punto fate prima ad andare voi tre in birreria, darvi un po' di pacche sulle spalle e scambiarvi le dimostrazioni del teorema di Pitagora che non conoscete, come le figurine dei calciatori.

Il punto principale è che in quei granuli c'è solo zucchero. Punto. Come ci sia arrivato, le tecniche di diluizione, il numero di Avogadro e così via, sono tutti approfondimenti opzionali che a volte possono servire, altre volte confondono e basta.

Psicologicamente è importante che siano le persone stesse a doversi confrontare con il “dilemma del funzionamento”, una volta accettato il fatto che dentro c'è solo zucchero. Non dovete neppure suggerirlo, almeno inizialmente, proprio perché altrimenti innalzate i famosi muri difensivi. Ecco perché, a mio parere, le manifestazioni come il suicidio omeopatico, per quanto divertenti possano sembrare a chi sa bene che a quelle diluizioni non è rimasto alcun veleno, non riescono minimamente scalfire chi crede nell’omeopatia. Troppo concettuali.

La reazione

Dunque siete riusciti a far arrivare il messaggio: lì dentro c’è solo zucchero, niente erbe. Che succede ora? A questo punto le reazioni sono diverse.

Reazione tipo 1 (il pragmatico): “Oddio, e io che ero convinto che nei granuli omeopatici ci fossero degli estratti vegetali. È solo zucchero e non mi fregano più. Col cavolo che mi spillano ancora soldi. Al diavolo Big Omeo-Pharma”. Notate che qui non si fa cenno al “ma su di me funziona!”. Era probabilmente un utilizzatore di omeopatia non troppo convinto non del tutto "credente". Certo, magari ora si butterà sul reiki, sull'acqua alcalina o sulla “medicina ortomolecolare”. Su, non fate così! Non sbattete la testa contro il muro: vi ho detto che il vostro obiettivo non è mica quello di cambiare le persone! Solo di raccontare i fatti.

Reazione tipo 2 (il possibilista): “Oddio, ma su mio figlio funziona: gli ho dato l’Oscillococcinum e non ha preso l’influenza. Ma se è solo zucchero come è possibile?” Questa è la reazione che ho cercato esplicitamente di suscitare in questa tipologia di persone. In altre parole la contraddizione tra la loro osservazione che “quelle pillole paiono funzionare” e il fatto che non contengono niente altro che zucchero devono essere loro a sollevarla ed eventualmente a risolverla. Alcune persone, ma solo alcune, partiranno da qui cercando altre informazioni sul placebo, sul perché pare apparentemente funzionare e così via. Altre rimarranno con il punto di domanda, e probabilmente continueranno a dare soldi alla Boiron acquistando lo zucchero più costoso al mondo. Ci sta. Dopo tutto come ansiolitico funziona, è innegabile. Sentitevi soddisfatti di avere comunque instillato un dubbio, che magari verrà risolto mesi o anni dopo. Ma anche mai.

Reazione tipo 3 (il credente pseudoinformato): “Ma chi crede di fregare Bressanini? È vero che è solo zucchero, ma lei non sa che la meccanica quantistica olistica dinamizzata spiega l’omeopatia, perché la memoria dell’acqua prematurata la supercazzola con scappellamento a destra terapia tapioca come fosse antani!

Ecco, questo approccio non era certo diretto a questa categoria. Ho scelto di avere come target il pragmatico e il possibilista, non il credente pseudoinformato. Tenete presente che i credenti sono una minoranza e probabilmente non vale la pena sprecare tempo prezioso con loro: niente di quello che dite potrebbe fargli cambiare idea. Per loro il “con me funziona!” o il "con i miei pazienti funziona!" è fortissimo, e non essendo disposti ad accettare come risposta che sia un placebo (alcuni pensano che sia come accomunarli a dei pazzi suggerendo che è tutto nella loro mente) semplicemente si attaccano a qualsiasi stupidaggine pseudoscientifica che possa, ai loro occhi, giustificare in modo pseudorazionale il funzionamento. Ecco quindi il fiorire di teorie bislacche basate sulla supercoerenza, la meccanica quantistica, le “vibrazioni”, le “energie” e roba del genere.

A questo punto però al pragmatico e al possibilista dovete spiegare anche che Big Omeo-Pharma sfrutta l’ambiguità di fondo insita nell’omeopatia: non tutti i prodotti sono diluiti talmente tanto da non contenere più nulla. Ci sono dei prodotti che hanno una diluizione tipica di altri prodotti analoghi non venduti come “omeopatici”. D’altra parte il dottor Hahnemann, quando si è inventato dal niente l’omeopatia nel ‘700 non solo ignorava l’esistenza di virus e batteri, ma neanche sapeva dell'esistenza di atomi e molecole. Ora invece lo sappiamo, come sappiamo che il simile “non” cura il simile e che oltre certe diluizioni non rimane una singola molecola dell’estratto iniziale.

Guardate questa pomata "omeopatica" all’Arnica

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potete osservare che contiene 4 g di tintura madre (un estratto alcolico indicato come TM sulla confezione) su 100 g di prodotto. Indipendentemente dal fatto che sia efficace o meno, lì dentro molecole di principi attivi ve ne sono sicuramente.

Nell’Oscillococcinum invece la diluizione è tale che di fegato e cuore di anatra muschiata non ne rimane neanche una molecola. Sulla confezione americana questo fatto è dichiarato: 1g di prodotto contengono 1 g di zucchero

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mentre nella confezione italiana si dice solo che contiene 0,01 ml di estratto diluito alla 200k senza spiegare che a quella diluizione di anatra non ne è rimasta neanche l'ombra.

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Questo prodotto, che ovviamente non ha effetti collaterali visto che non contiene nulla oltre allo zucchero, viene furbescamente pubblicizzato dalla Boiron in questo modo fuori dalle farmacie e parafarmacie, come se fosse “censurato”:

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Altri prodotti, sempre della stessa azienda, ad esempio questo dentifricio

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vengono venduti a prezzi superiori a quelli dei concorrenti perché si cerca di andare a traino dell’immagine positiva che l’omeopatia riscuote presso molte persone, e sfruttare il marchio come una qualsiasi azienda. È però un normale dentifricio che contiene sostanze chimiche, non in dosi omeopatiche, come altri dentifrici: saccarina, sodio lauril solfato, benzoato di sodio e così via.

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Concludendo

Concludendo: in base al pubblico a cui vi rivolgete scegliete un messaggio semplice che volete che arrivi, ed elaborate una strategia per far si che arrivi nella maniera più chiara possibile. Tutti i miei articoli sugli OGM ad esempio sono costruiti così, con un messaggio semplice, uno solo, da far arrivare al lettore: “gli ogm non sono sterili”, “esistono gli ogm della ricerca pubblica”, “il cotone ogm ha portato a benefici economici, ambientali e sanitari” e così via.

Cercate di fare un piccolo sforzo prima di iniziare a scrivere o preparare il discorso, per cercare un buon punto di partenza ed elaborare una buona strategia. Per esempio nel caso dell’omeopatia un punto di partenza alternativo, che alla fine ho scartato perché comunicativamente meno efficace di quello che ho scelto, era di spiegare come vengono scelte le sostanze di partenza da sottoporre a diluizione omeopatica.

in attesa della edizione 2014 di "Italia unita per la Scienza" vi saluto.

Alla prossima volta

Dario Bressanini

Articoli della serie “Consigli non richiesti a giovani scienziati aspiranti divulgatori”

1- Consigli non richiesti a giovani scienziati aspiranti divulgatori

2- Le parole sono importanti

649 commenti RSS

  • Segnalo che oggi su Youtube ho pubblicato un video in parte preso da questo articolo, a seguito della morte del bambino con l'otite trattata dal medico, e dai genitori, con medicinali omeopatici invece che con veri farmaci

    https://youtu.be/fTbegPJwAwc

  • C'è qualche articolo sull'efficacia della fitoterapia?

  • Di fronte a fatti incotrovertibili come questo spero che nessuna voglia parlare di "effetto nocebo"

    http://www.lercio.it/rapinatore-gli-spara-con-una-pistola-a-salve-muore-commesso-farmacia-omeopatica/

  • Mania Qui viene spiegata la differenza tra omeopatia e fitoterapia
    http://www.butac.it/fitoterapia-e-omeopatia-un-confronto/
    exCommesso Lercio è un sito satirico italiano di false notizie a scopo umoristico.

  • A Fra'... e fatti una risata ogni tanto, sei sempre così serioso :-)
    Credo che fosse quello lo spirito con cui exCommesso ha postato il link...

  • Luca Poltronieri 29 novembre 2017 alle 09:14

    Quando si dice "Essere dde coccio" :D

  • Steff se è uno scherzo questo lo deve dire exCommesso non lei.

  • Più che di coccio parlerei di monolito... :-) )

  • :lol: nessuno cita Lercio non sapendo che è Lercio, eddai :lol:

  • Dario (o Steff)

    perchè dovrei crederti, fai una supposizione, chiedi le prove! Ha ragione Fra’, o dimostri quello che dici o serve la conferma di exCommesso, altrimenti le tue affermazioni non valgono nulla! 😀😀😀

    P.s: comunque dubito che sia paragonabile ad alcunché, non credo esista qualcosa di più duro.

  • @Franz
    Dici davvero?
    ;-) Io resto fermamente convinto che Lercio sia una rivista autorevole e prestigiosa, mica come Lancet, Nature e compagnia bella che sono al servizio dei gombloddi di BigPharma e BigTuttoIlResto.
    Ne sono riprova articoli come questo sulla macchina del tempo che, tra l'altro, ci informa che nel 2026 la Juve aveva giocato la finale di Champions League ed aveva perso per 2-1
    :-)

  • Ho visto il flame (Andrea chetti credi sono studiato anch'io alla gugol iuniversiti :) ) e sono venuto a curiosare. Mi è scappato l'occhio sugli ingredienti del dentifricio.NaOH? Per sbiancare? E ho notato un'altra cosa: genera più commenti Fr che Dario (beh quasi :) ). Inizio a preoccuparmi :) .

  • co

    avrei una teoria, non so se al CERN possono verificarla, ma non è che Franz in realtà è Dario sotto mentite spoglie che deve alzare il traffico del blog? 😀

  • --- modalità cazzeggio on ---

    So da fonte certa (un giornallista di Lercio) che si tratta del cugino altoatesino di Dario:
    Franz Bressanone :lol:

    --- off ---

  • L'omeopatia è un sistema scientifico di medicina e non è affatto un placebo. C'è un articolo su http://adidarwinian.com/father-of-human-pharmacology/ che fa capire perché l'omeopatia non è un placebo. Tutta la mia famiglia si prende l'omeopatia per combattere la malattia.

  • Martina, che sia un Placebo e' ormai accertato, un po' come il fatto che la terra e' (quasi) sferica. Se puoi qualcuno preferisce credere ad altro puo' farlo, ma consapevole che la scienza ha ormai dato il verdetto. E' sempre curiosa comunque questa ritrosia delle persone che usano l'omeopatia ad ammettere che e' solo una questione di cervello.

  • Che lo ammettano o no, è una questione di CERVELLO sia per chi sceglie l'omeopatia che per chi la riufiuta.

    I primi lo subiscono, i secondi lo usano... ;-)

  • L'omeopata di mia moglie, chirurgo ed ex primario in pensione, due anni fa le disse di farsi prescrivere dal suo medico di base un antibiotico per guarire dalla bronchite, che con la terapia omeopatica si stava aggravando di giorno in giorno. Almeno un omeopata che ha un minimo di conoscenza medica e che riconosce i limiti della sua "terapia" ...

  • … perché non prescrivere subito il trattamento corretto?!

    Un "omeopata" con un -minimo- ("MINIMO" … ???) di conoscenza medica, diventato medico, chirurgo, primario…

  • Perchè non può fare ricette, non credo sia più iscritto all'ordine ma mi informo.
    Magari in pensione senza più pazienti in giro si annoiava ... Oppure aveva troppi amici che gli chiedevano consulti e ha trovato il modo di coniugare una passione (terapie omeopatiche) con l'utile (la parcella che integra la pensione) con il necessario (stare fuori casa un po' di ore al giorno, lontano dalla moglie).

  • Forse ho esposto male: prima è diventato medico, laurea in chirurgia, ha esercitato per molti anni negli ospedali pubblici, è diventato primario per alcuni anni. Nel frattempo ha cominciato a interessarsi di omeopatia e quando è andato in pensione ha aperto uno studio di omeopatia.
    Non è l'unico da queste parti ad aver fatto questo percorso formativo - lavorativo.

  • Se ho esposto male riespongo:

    - «… perché non prescrivere subito il trattamento corretto?!»
    leggasi
    - «… perché non chiedere subito di farsi prescrivere dal medico di base il trattamento corretto?!»
    Così va meglio salvando capra e cavoli?

    Ribadisco:

    - «prima è diventato medico, laurea in chirurgia, ha esercitato per molti anni negli ospedali pubblici, è diventato primario per alcuni anni.»
    ovviamente con tutta la indispensabile conoscenza medica richiesta dai vari ruoli;

    - poi «ha cominciato a interessarsi di omeopatia e quando è andato in pensione ha aperto uno studio di omeopatia.»
    a quel punto ha trattenuto solo un "minimo di conoscenza medica"? gettato il resto?

    Così si descrive una figura di medico (che ritengo sia e rimanga medico per sempre) che, diventato "anche omeopata", abbia cancellato gran parte delle conoscenze mediche comprese quelle acquisite durante la vita professionale e ne ricordi poche, solo un minimo!

    Il citato "percorso formativo - lavorativo" non sarà comune, usuale, spero?!

  • Come dice un mio amico apicoltore:
    "i medici: se li conosci li eviti. Gli omeopati, invece, li tieni ad anni luce".

  • la cosa tragica è che gli omeopati *sono* medici :(

  • E la cosa ancora più allucinante è che fra tutti i medici omeopati c'è oure gente come la Mereu (che in teoria è stata espulsa dall'ordine, ma in pratica continua ad esercitare)

  • Il fondo si tocca con i "naturopati" (qualunque cosa questo significhi) con laurea in psicologia che forniscono al "cliente" indicazioni di trattamenti ("cure") con prodotti commerciali definiti "omeopatici". Da ignorante in materia chiedo: i laureati in psicologia sono medici?

  • Il che significa che omeopatici non si diventa per ignoranza ma per disonestà.

  • Cercasi soci per produrre preparati omeopatici biodinamici da usare viticoltura e pomicoltura contro i patogeni e i parassiti ...
    Si prospettano affari d'oro a Valdobbiadene e Malles.
    Idrolizzato 200 ch di peronospora, carpocapsa, cimice asiatica, ...
    Metto a disposizione i locali e trovo la materia prima a basso costo.
    Si userà per le preparazioni l'acqua del fiume Tagliamento, l'ultimo fiume selvaggio delle Alpi, con tutti i benefici che questo comporta: silicio, calcio, scarichi delle cartiere e degli allevamenti ittici biologici del suo corso. Acqua anche più energica se ottenuta dalla restituzione delle centrali idroelettriche ...

  • Io ci sto! Posso apportare estratto di afidi delle rose cresciuti su rose inglesi coltivate senza trattamenti.
    E suggerirei repellenti omeopatici per i selvatici per chi non vuole usare nessun metodo cruento, inclusi i fili elettrificati: posso fornire pelo di cervo maschio (che ha lasciato sulla rete quando è saltato fuori dopo aver saccheggiato l'orto) peli di lepri (rimaste sul campo usato come arena da due grossi maschi), feci di cinghiale, cervo e capriolo che le care bestiole mi lasciano in giardino. Per i cinghiali, si potrebbe vendere direttamente la terra smossa delle rumate, che sicuramente conserva "memoria" e, forse, non avrebbe nemmeno bisogno di diluizione!

  • Alberto Guidorzi 17 gennaio 2019 alle 15:57

    Perchè non usare una bella "lustrazione"

  • Approvo e sottoscrivo.
    Lustrazione del capriolo, del cervo, della lepre e del cinghiale prima che diventino pronti per la polenta e il rosso d'ordinanza.

  • C'è poco da scherzare l'omeopatia è una ben congegnata megatruffa internazionale da oltre 3 miliardi di dollari.

  • Dario. Trovo strano che L'Espresso ospiti nel suo blog un libro inneggiante all'omeopatia dove il medico che lo ha scritto ammette che al massimo ci possano essere due molecole di principio in una confezione, ma fece di essere stato folgorato da non so che cosa
    http://borderline.blogautore.espresso.repubblica.it

  • perché dovrebbe essere "strano" ?

  • Dario L'Espresso che ho iniziato a leggere dopo che Berlusconi ha acquistato Mondadori, prima ero abbonato a panorama, è stata una rivista che ha sempre cercato la verità anche contro gli interessi del sua azionariato, ora che dia spazio ad argomenti che i suoi giornalisti hanno sempre combattuto specialmente sullo sfruttamento di persone suggestionabili da parte di industrie parafarmaceutiche ecco questo mi risulta strano
    O forse dovrei in nome di una libertà di espressione accettare supinamente che un medico chirurgo dichiari di essere planoterapeuta, omeopata, esperto in agopuntura, l'unica a cui posso dare credito anche se su di me non ha funzionato, scriva un libro appositamente per controbattere il Prof. Garattini per quanto ha scritto sull'argomento
    Non voglio essere cattivo, ma come diceva un celebre politico; pensare male e sbagliato, ma spesso ci si azzecca, che questa conversione si riduca una questione meramente economica?

  • Ho capito ma cosa c'entra con il mio blog e in generale con Le Scienze? Sono testate diverse con linee diverse.

  • Dario la mia era solo una considerazione sull'uso dei media per divulgare una non scienza che non può fare riferimento alla medicina, ma al limite alla psicologia e su questo, da quanto ho capito vedendo il tuo video su YT e leggendoti qui, concordi
    Il succo del discorso verteva sul fatto che sempre più medici e cattedratici divulgano questo pensiero e non comprendo se ci sono o ci fanno, il problema che queste loro affermazioni vengono sfruttate da imbonitori senza nessuna cultura che con la loro istrioneria riescono a vendere prodotti miracolosi truffando persone credulone o disperate
    Ho citato l'Espresso per lo stupore, quando appaiono su altri quotidiani o settimanali nemmeno li considero

  • Fabio,
    non mi pare sponsorizzi particolarmente ma la giornalista solo modererà un incontro con l'autore.

  • Corrado il mio pensiero non era rivolto alla giornalista, anche se non condivido il suo operato, ma ai medici cattedratici che propagano metodi di cura empirici e poiche non li ritengo persone incapaci temo che tutto questo sia fatto unicamente per un ritorno monetario, pur se premettono che i prodotti omopeatici sono come l'acqua santa e non vanno usati in casi di malattie gravi
    Domanda Se non funzionano per malattie gravi perché devono agire con le leggere?
    Da qui il mio supposto

  • Fabio,
    danno fastidio anche a me certi fatti, ma fino a prova contraria siamo in un paese libero e garantista ... Dove gli va bene ...
    E poi, finchè non sono soldi miei, i loro li spendano dove credono, se le "terapie" funzionano ad personam invece che una buona percentuale di persone.
    Credo l'abbia detto Galileo che l'esperimento è l'unico giudice.

  • Perché perdere un'occasione di arricchirsi? la mia opinione sugli enti di certificazione è peggiorata oggi…

    UNI EN 16872:2016 “Servizi prestati da medici con qualifica aggiuntiva in Omeopatia - Requisiti relativi alle prestazioni di cura della salute fornite da medici con qualifica aggiuntiva in Omeopatia”
    Euro 55,00 + iva (in lingua inglese) - Euro 72,00 + iva (in lingua italiana)

  • Corrado, giustamente tu affermi che operiamo in un libero mercato per cui ogni persona può acquistare quello che vuole per curarsi, ma perché la povera Wanna marchi è stata condannata per aver venduto sale sapendo di truffare i creduloni i medici contravvenendo al giuramento di Ippocrate possono farsi pagare per vendere acqua zuccherate, dove sta la differenza.
    Pensi che veramente che date le loro conoscenze non sappiano che stanno prescrivendo fuffa
    Ora Waffra ci fa sapere che esiste persino un ente che certifica l'appartenenza ad una categoria super medica dettando anche le tariffe da applicare.
    A questo punto preferisco la fattucchiera se non altro perde un po' di tempo

  • Dimenticavo, quindo il mio medico mi ordina un medicinale non mutuabile mi chiede di acquistarlo nella farmacia vicino allo studio, ho lavorato per anni a contatto di questi signori dottori e ti giuro che il codice se lo mettono sotto i tacchi

  • Buongiorno Doc,
    per favore,chiedo un parere: omeopatia unicistica,rimedio lycopodium clavatum MK in gocce.
    Con questa diluizione è possibile che dentro ci sia solo acqua ed alcol al 20%?
    Grazie in anticipo.

  • Perdonate la mia ignoranza, cos'è l'omeopatia unicistica? A cosa dovrebbe servire il Lycopodium clavatum? Non mi è ancora capitato di sentirlo come rimedio omeopatico, solo come deodorante ...

  • :oops:
    La caduta del muro di Berlino sarà ricordata soprattutto per questo rimedio omeopatico, che ci libera dal senso di costrizione, oppressione, vessazione, persecuzione, ecc, ecc,!

    :shock:
    https://www.medicalfacts.it/2019/11/08/muro-berlino-omeopatia/

    :oops:

  • la caduta del muro di berlino non sarà di certo ricordata per un presunto "rimedio" fatto di acqua e alcol.

  • Perdonate la mia ignoranza, cos'è l'omeopatia unicistica? A cosa dovrebbe servire superslot