Mais OGM: un bigino per i neoministri

Sono un inguaribile sognatore. A volte sogno che, di click in click, qualche ministro prima o poi capiti su queste pagine e legga quanto ho scritto in questi anni sul tema OGM. Dopo l’ultima sentenza del TAR del Lazio che respinge la richiesta di Silvano Dalla Libera di annullare il decreto del 12 Luglio 2013 che vieta per 18 mesi la coltivazione del mais OGM MON810, eccomi qui a fare un riassunto sintetico sulla vicenda ai ministri Martina (Agricoltura), Galletti (Ambiente) e Lorenzin (Salute), e a chiunque altro non abbia ben chiara la situazione generale.

Qual è la situazione degli OGM in Europa?

Si dice spesso che l’Europa è contraria agli OGM, ma non è corretto. L’Europa è spaccata in due: c’è un blocco di paesi che sono favorevoli agli OGM, capitanati dalla Spagna che coltiva mais OGM da molti anni, e c’è un blocco di paesi contrari, come l’Austria, la Francia e l’Italia.

E questo cosa comporta?

Quando si sottopone un OGM all’autorizzazione, dopo essere passato al vaglio scientifico dell’EFSA (l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare con sede a Parma), a livello politico serve una maggioranza qualificata dei ministri dei paesi membri sia per approvare un OGM che per bocciarlo. Sono più di 10 anni che nelle istituzioni europee c’è una situazione di stallo perché non si raggiunge mai una maggioranza qualificata né per l’approvazione né per la bocciatura. A questo punto la palla passa alla Commissione Europea che deve decidere, e solitamente la tira per le lunghe il più possibile, anche anni, per non prendersi la responsabilità di decidere. Quando il tempo sta per scadere solitamente segue le raccomandazioni dell’EFSA. Tutti sono più o meno scontenti di questo stato di cose, sia i paesi favorevoli agli OGM che i contrari.

Quindi ci sono vari OGM approvati in Europa?

Sì, ve ne sono molti approvati per il commercio e il consumo umano e animale. Qui trovate il database degli OGM approvati nella UE. L’Europa importa quantità enormi di OGM (principalmente soia e mais) da usare come mangime animale. E’ perfettamente legale e non vi sono controversie su questo. Nessuna delle varie organizzazioni che si oppongono agli OGM si è mai sognata di chiedere il blocco delle importazioni.

Anche in Italia?

Certamente, anche in Italia. La grande maggioranza degli animali italiani di allevamento per produrre latte, carne, salumi, formaggi (anche DOP), uova, yogurt e così via sono alimentati con mangimi contenenti OGM. Venduti comunemente nei consorzi agrari (anche di organizzazioni che pubblicamente avversano questi prodotti). Importiamo 3.350.000 tonnellate di soia OGM ogni anno. Sono circa 55 kg di soia OGM per ogni italiano, deputati e ministri compresi. L’agroalimentare italiano, che non è OGM Free, finirebbe in ginocchio senza queste importazioni.

E come mai non è scritto in etichetta del mio parmigiano, ad esempio, che le vacche sono state alimentate con mangimi contenenti OGM?

La legislazione Europea non prevede che venga segnalato l’uso di OGM come mangime animale, forse per paura di danneggiare commercialmente i propri prodotti.

Se un prodotto alimentare contiene OGM deve essere segnalato in etichetta?

Sì. La normativa europea dice che

"Tutti i prodotti destinati all'alimentazione dell'uomo o degli animali, ivi compresi quelli direttamente destinati alla trasformazione, sono soggetti all’obbligo di etichettatura quando contengono OGM o sono da essi costituiti od ottenuti. Solo le tracce di OGM possono essere esenti da tale obbligo se queste non superano la soglia dello 0,9 % e se la loro presenza è involontaria e tecnicamente inevitabile."

Ho letto sul web invece che i prodotti che contengono OGM non sono etichettati!

Questo accade negli USA, dove proprio per questo è in atto uno scontro politico tra chi vuole l'etichettatura e chi non la vuole. Qui in Europa l'etichettatura di un prodotto che contiene OGM (mais o soia ad esempio) è obbligatoria. Non così invece se nella filiera è stato usato un OGM, ad esempio come mangime.

Su cosa verte allora la controversia?

Verte sulla possibilità di coltivazione di questi prodotti. Sono solo due gli OGM ammessi alla coltivazione in Europa: il mais MON810 resistente ad alcuni insetti, che necessita di minori pesticidi, e Amflora, una patata per uso industriale. La patata nel frattempo è stata ritirata dal mercato.

I favorevoli alla coltivazione sostengono che sia illogico importare questi prodotti dall’estero (da Argentina, Brasile e USA soprattutto) e impedire ai nostri agricoltori di coltivarli qui accorciando la filiera. Alcuni dicono anche che il mais OGM è più sano di quello convenzionale, per non parlare di quello biologico, perché meno contaminato da micotossine, e che comunque in confronto al mais convenzionale, che ha bisogno di essere trattato con pesticidi, questo mais ha un impatto ambientale minore.

I contrari invece ritengono di poter trarre un vantaggio commerciale nel dichiararsi OGM free (vantaggio per altro tutto da dimostrare), anche se come detto noi importiamo OGM. Però non lo dobbiamo dichiarare in etichetta. In più solitamente accampano ipotetici danni ambientali o tirano in ballo, genericamente, la biodiversità. Senza mai entrare nel merito o mettere le cose nel giusto contesto, confrontandosi quindi con il mais convenzionale spruzzato di insetticidi.

Qual è lo status legale del mais MON810?

Il mais MON810 è stato autorizzato nel 1998 dalla Commissione Europea. Tutte le autorizzazioni devono essere rinnovate dopo 10 anni. Allo scadere dell’autorizzazione la Monsanto ha presentato richiesta di rinnovo ma a causa dello stallo di cui parlavo prima l’autorizzazione non è stata concessa, ma non è neanche stata negata. Uno stallo. Poiché è un prodotto esistente autorizzato in precedenza la sua commercializzazione è però permessa dalla normativa.

Uno stato può vietare l’uso di un OGM approvato in Europa?

Come ricorda la sentenza del TAR, la Direttiva 2001/18/CE stabilisce (art.22) come principio generale che “gli Stati membri non possono vietare, limitare o impedire l'immissione in commercio di OGM conformi ai requisiti fissati a livello comunitario”. Quindi per esempio non è possibile, con la normativa attuale, per un paese dichiararsi OGM-Free.

Lo ha ribadito la sentenza del 6 settembre 2012 della IV sezione della Corte di Giustizia Europea:

allo stato attuale del diritto dell’Unione, uno Stato membro non è libero di subordinare a un’autorizzazione nazionale, fondata su considerazioni di tutela della salute o dell’ambiente, la coltivazione di OGM autorizzati in virtù del regolamento n. 1829/2003 ed iscritti nel catalogo comune in applicazione della direttiva 2002/53

È possibile però (art. 23) “limitare temporaneamente o vietare l'uso e la vendita sul proprio territorio di un OGM, qualora sulla base di nuove informazioni, vi siano fondati motivi di rischio per la salute umana o l'ambiente

Che cos’è la “clausola di salvaguardia” che molti invocano?

È, appunto, lo strumento normativo a disposizione degli stati membri per vietare uno specifico OGM sul proprio territorio. È l’articolo 23 della Direttiva:

Qualora uno Stato membro, sulla base di nuove o ulteriori informazioni divenute disponibili dopo la data dell'autorizzazione e che riguardino la valutazione di rischi ambientali o una nuova valutazione delle informazioni esistenti basata su nuove o supplementari conoscenze scientifiche, abbia fondati motivi di ritenere che un OGM come tale o contenuto in un prodotto debitamente notificato e autorizzato per iscritto in base alla presente direttiva rappresenti un rischio per la salute umana o l'ambiente, può temporaneamente limitarne o vietarne l'uso o la vendita sul proprio territorio

La legislazione europea stabilisce quindi che uno Stato membro, se ha fondati motivi di considerare che un OGM che ha ottenuto un'autorizzazione di immissione in commercio costituisca un rischio per la salute umana o l'ambiente, può temporaneamente limitarne o vietarne l'uso o la vendita sul suo territorio. Tuttavia, non basta genericamente dire “potrebbe succedere che…”: è necessario produrre studi scientifici specifici per dimostrare dei nuovi rischi che non siano stati già considerati in precedenza, quando l’autorizzazione è stata concessa. Quindi non basta appellarsi genericamente alla “difesa della biodiversità” o cose del genere, come spesso leggiamo. Si deve dimostrare che esiste un pericolo reale in uno specifico contesto. Le prove scientifiche da allegare alla richiesta di applicazione della clausola di salvaguardia vengono vagliate e giudicate dall’EFSA. Tutti dossier ricevuti dall’EFSA fino ad ora sono stati ritenuti non motivati scientificamente.

Anche su questo la Corte di Giustizia, sezione IV, nella sentenza dell’8 settembre 2011 è chiara:

Questo rischio deve essere constatato sulla base di nuovi elementi fondati su dati scientifici attendibili. Infatti, misure di tutela adottate in forza dell’art. 34 del regolamento n. 1829/2003 non possono essere validamente motivate con un approccio puramente ipotetico del rischio, fondato su semplici supposizioni non ancora accertate scientificamente. Al contrario, siffatte misure di tutela, nonostante il loro carattere provvisorio e ancorché rivestano un carattere preventivo, possono essere adottate solamente se fondate su una valutazione dei rischi quanto più possibile completa tenuto conto delle circostanze specifiche del caso di specie, che dimostrino che tali misure sono necessarie.

Che tipo di motivazioni possono essere accettate?

Solo motivazioni scientificamente provate che riguardino esclusivamente la salute umana e l’ambiente. Non basta, come ricorda la Corte, una ipotetica possibilità ma deve essere individuato, con studi scientifici seri, il rischio preciso. Nessuna delle motivazioni fino ad ora portate dai paesi contrari è resistita al vaglio scientifico dell’EFSA e delle altre istituzioni scientifiche. Il che non stupisce perché spesso vengono portati a supporto di una richiesta di divieto studi scientificamente scadenti, o screditati, (come gli articoli di Seralini), o puramente ipotetici, e usati solo come “copertura”, perché la legislazione non prevede che si possano vietare gli OGM per motivi economici, politici o sociali. In altre parole, si cerca una scusa “scientifica”, anche se non sta in piedi, perché non si possono utilizzare le vere ragioni dell’opposizione, che sono sociali, politiche ed economiche.

La clausola di salvaguardia riguarda anche aspetti economici?

No. Gli unici motivi per cui è possibile vietare per un tempo limitato uno specifico ogm sono rischi dimostrati per la salute umana o per l’ambiente. Gli aspetti economici non sono contemplati. La normativa esistente non ammette alcuna possibilità di vietare un OGM in base a motivazioni economiche o politiche.

In cosa consiste la coesistenza?

Nella UE vige il principio che ogni tipo di agricoltura deve essere permessa

Nell'Unione europea non deve essere esclusa alcuna forma di agricoltura, convenzionale, biologica o che si avvale di OGM.” (raccomandazione http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2003:189:0036:0047:IT:PDF )

Ogni agricoltore deve poter scegliere tra produzione tradizionale, biologica o geneticamente modificata, nel rispetto degli obblighi di legge in fatto di etichettatura e di purezza. La Commissione ha affidato agli Stati membri, il compito di elaborare e attuare misure di gestione della coesistenza.

In pratica?

Ad esempio stabilendo quanti metri deve distare un campo di mais OGM da uno convenzionale. Ovviamente sono stati fatti studi al riguardo e bastano 100-200 metri per evitare contaminazioni nel caso del mais. Sono misure che già si utilizzano per la produzione di semi convenzionali certificati in cui si devono evitare impollinazioni. O ad esempio per separare il mais bianco dal mais giallo. È bene ricordare che ogni OGM è un caso a sé. Per alcune colture (il riso ogm ad esempio, se venisse coltivato) basterebbero una decina di metri, per altre (la colza ad esempio) potrebbero essere necessari anche più di 1000 metri. (vedi http://ipts.jrc.ec.europa.eu/publications/pub.cfm?id=1345 )

Ma quindi che c’entra il Ministro della Salute?

Niente. C’entrerebbe se si dicesse “Il mais OGM è dannoso per la salute, ecco le prove. Lo blocchiamo”. Ma, a parte che queste prove non esistono, ovviamente in un caso del genere si dovrebbero bloccare le importazioni. Cosa che nessuno si è mai sognato di fare. Il Ministro Lorenzin, riferendosi al caso Stamina, ha detto di voler lasciare “parlare la scienza”. Dovrebbe fare la stessa cosa anche in questo caso.

E il ministero dell’ambiente?

Anche lui niente. A meno, come sopra, di dimostrare che esistono fondati rischi per l’ambiente. Guarda caso per il mais in questione è addirittura vero il contrario, perché è ormai dimostrato un beneficio per l’ambiente perché si utilizzano meno insetticidi, e il mais OGM è più sano di quello convenzionale o biologico, meno contaminato da micotossine, quelle sì sicuramente dannose per la salute.

E perché in Italia le regioni non hanno mai adottato misure di coesistenza?

Di fatto adottare misure di coesistenza significa autorizzare la coltivazione sul territorio, degli OGM.

Le regioni furbescamente pensavano di poter usare la mancanza di queste misure come scusa per vietare la coltivazione di  OGM indefinitamente. Ma varie sentenze, anche in sede Europea, hanno stabilito che la mancanza di regole di coesistenza non è un motivo valido per vietare un ogm approvato. In altre parole “non le avete fatte? Cavoli vostri!”. La motivazione razionale è che queste regole sono comunque volontarie e quindi, non essendoci l’obbligo dei vari paesi a vararle, la loro mancanza non può essere usata per vietare un OGM

Ok, allora le facciamo e imponiamo una distanza di 100 km da un campo vicino, vietando di fatto gli OGM?

No, neanche questo è possibile. Le misure devono essere proporzionate. La coesistenza, come dice il nome, deve permettere agli agricoltori di scegliere tra produzione tradizionale, biologica o geneticamente modificata, nel rispetto degli obblighi di legge in fatto di etichettatura e di purezza.

La Commissione ha affidato agli Stati membri il compito di elaborare e attuare misure di gestione della coesistenza delle colture geneticamente modificate, tradizionali e biologiche. La normativa sottolinea la necessità di definire una strategia di coesistenza in modo trasparente, sulla base di prove scientifiche e in cooperazione con tutte le parti interessate. Si fa riferimento all'esperienza acquisita con le pratiche di segregazione esistenti (ad esempio nella produzione di sementi certificate) e afferma l’esigenza di assicurare un giusto equilibrio tra gli interessi degli agricoltori dei vari tipi di produzione.

In altre parole è vietato favorire, ad esempio, l’agricoltura biologica a discapito di quella transgenica.

Le misure destinate a garantire la coesistenza, secondo questi orientamenti, devono essere efficaci ed economicamente efficienti, senza andare oltre quanto è necessario per rispettare le soglie europee per l'etichettatura degli OGM e devono adeguarsi alla specificità dei diversi tipi di colture, dato che il rischio di commistione varia notevolmente da una coltura all'altra: per alcune colture il rischio è elevato (ad es. per la colza), per altre è piuttosto basso (ad es. per le patate).

Ma i campi coltivati italiani sono molto piccoli, la coesistenza è impossibile

100 metri di distanza tra un campo di mais e l’altro possono sembrare tanti nel contesto italiano. Nulla vieta però che molti agricoltori si accordino, e i maiscoltori vogliono seminare il mais OGM. Quindi di fatto varare norme di coesistenza “ragionevoli” vuol dire dare il via libera legale al mais OGM.

Ma allora non c’è modo di vietare legalmente gli ogm?

No. Non esiste il diritto di vietare gli OGM su tutto il territorio. C’è invece la libertà (non certo un obbligo) per gli agricoltori di coltivarli.

Ma che democrazia è se la maggioranza contraria non può vietare gli OGM?

La maggioranza deve essere rispettosa dei principi di libertà economica, anche se mi rendo conto che in un paese come l’Italia i principi liberali non abbiano mai attecchito. Nessuno è obbligato a seminare OGM. Le organizzazioni che si oppongono in realtà hanno una notevole paura di concedere la libertà di scelta agli agricoltori. E come ho fatto notare i maiscoltori vogliono coltivarlo. E non vorrei dover spiegare ai ministri che il mais ogm non può “rendere ogm” una coltivazione di pomodori lì a fianco.

A tutti gli effetti invocare la democrazia per vietare gli OGM è come invocarla per voler vietare la coltivazione di broccoli o melanzane. Ha la stessa base giuridica: zero.

I comuni possono vietare gli OGM come dice il Movimento 5Stelle?

Ovviamente no. È una delle tante bufale. L’unico soggetto titolato a vietare gli OGM è lo Stato. Non le regioni con la coesistenza e men che meno i comuni. E lo Stato lo può fare solamente invocando la clausola di salvaguardia, che non coinvolge aspetti di coesistenza ma solo di salute umana e impatto ambientale.

Ok. Allora lasciamo che gli agricoltori li seminino, e aspettiamo il disastro!

Non ci saranno i disastri paventati dalle solite organizzazioni. Da molto tempo in Spagna si coltiva mais OGM e coesiste con le coltivazioni convenzionali. Il 30% circa del mais in Spagna è OGM. Lo coltivano liberamente solo quegli agricoltori che hanno problemi gravi di piralide e non vogliono spargere insetticidi. Non vi è stato alcun collasso della produzione agricola, nessuna tragedia sui prodotti di punta. Il famoso prosciutto Patanegra continua a essere apprezzato. Niente drammi. Quindi invocare disastri è solo fumo negli occhi.

Ma il mais ogm può “contaminare” le altre colture?

Può impollinare solo quelle sessualmente compatibili ovviamente, e cioè SOLO mais. Sono piante come le altre, mica virus ;) L'uso del termine "contaminazione" fa parte di una precisa strategia di comunicazione volta a suscitare reazioni emotive negative.

È bene anche ricordare che in Europa non esiste alcuna pianta selvatica che si possa incrociare con il mais quindi è inutile tirare in ballo problemi di biodiversità.

Chi si è opposto al decreto De Girolamo-Orlando-Lorenzin del 12 Luglio 2013?

Il signor Silvano Dalla Libera. Si sono aggiunti l’associazione “Luca Coscioni” (nota per le sue battaglie sulla libertà di ricerca) e l’Associazione Italiana Maiscoltori. Si sente spesso dire che “gli agricoltori italiani sono contro gli OGM” ma non è per nulla vero. L’unico OGM seminabile in Italia è il mais e non a caso l’Associazione Italiana Maiscoltori è favorevole. Ai Ministri, nella difesa del decreto, si è affiancata Greenpeace.

E la legge della Regione Friuli n.5 del 28 marzo 2014?

La legge, volta a bloccare a livello regionale la semina di mais OGM

ha disposto che la coltivazione di mais geneticamente modificato è vietata fino all'approvazione definitiva delle predette misure di coesistenza e comunque per un periodo non superiore a dodici mesi dall'entrata in vigore delle suddetta legge.

Ancora una volta, c’è chi ritiene questa legge illegittima perché in contrasto con la normativa comunitaria. Il TAR del Lazio non è entrato nel merito perché questo esulava dall’esame del ricorso contro il decreto.

Perché il TAR ha rigettato il ricorso contro il decreto che vietava la coltivazione di OGM?

L’argomento principale è questo. Dopo aver richiamato le sentenze e la normativa Europea che ho citato sopra, e aver confermato che uno stato non può vietare un ogm approvato in sede europea, prende in considerazione lo status del MON810.

Il mais MON810 come abbiamo detto è in attesa da 7 anni del rinnovo dell’autorizzazione. Nel frattempo i criteri per concedere l’autorizzazione si sono fatti più stringenti, stante anche un riesame dell’EFSA delle procedure e delle richieste dell’impatto ambientale, quindi il TAR sostiene che

il diffondersi di culture di MAIS transgenico sulla base di un'autorizzazione risalente nel tempo, la quale non poteva tener conto di una normativa successiva più restrittiva nonchè delle problematiche connesse ai rischi ambientali successivamente emerse ed avvalorate dagli studi richiamati nel contestato decreto, le quali avevano in sostanza precluso alla Commissione Europea di procedere al rinnovo della citata autorizzazione, poteva rappresentare un situazione di concreto pericolo tale da giustificare l'adozione del suddetto decreto

Non essendo un giurista non entro nel merito. Faccio però notare che il punto b1 della sentenza

b1) sono state evidenziate le conseguenze negative per l'ambiente derivante dalla diffusione della coltura del mais MON 810;

non ha senso. I rischi si confrontano sempre ad altri rischi. Ultimamente giudici e magistrati, su vari temi (dal caso Stamina ai vaccini all’autismo ai terremoti) hanno dimostrato di essere completamente incapaci di recepire il consenso scientifico rispetto a vari temi. Il TAR comunque si rifiuta di entrare nel merito delle contestazioni delle valutazioni tecniche sul presunto rischio ambientale perché non sono di sua competenza.

Visto che l’Italia non ha chiesto l'applicazione della clausola di salvaguardia, su che basi il TAR ha ritenuto valido il decreto?

Il TAR sostiene che

il decreto in questione non ha vietato tout court la coltivazione del Mais geneticamente modificato, ma si è limitato a disporre una sorta di moratoria, peraltro circoscritta nel limite temporale massimo

Il decreto “ha una durata massima temporale che in ogni caso può essere ulteriormente ridotta se la Commissione Europea, cui compete in via esclusiva la valutazione in ordine ai rischi conseguenti alla coltivazione del mais MON 810, non confermi ai sensi dell'art.54 del Regolamento 178/2002 la contestata moratoria

Cioè, il divieto in realtà non è un divieto, visto che ha una scadenza, e la Commissione Europea in ogni caso ha il potere di far togliere la moratoria, se vuole. Ma per ora resta.

Ho letto sul web che è una "Sentenza storica: il TAR ha detto NO agli OGM in Italia".

No. Il TAR ha semplicemente detto che secondo lui non ci sono gli estremi per annullare il decreto che istituiva una moratoria temporanea alla semina.

Ma Fidenato e Dalla Libera sono gli unici che seminano OGM in Italia?

No. è un segreto di pulcinella che in molti campi del Nord Italia, dal Piemonte sino al Friuli, già oggi il mais ogm, liberamente acquistabile sul mercato sementiero, è seminato e coltivato in silenzio, e poi dato da mangiare agli animali. L’alternativa, più costosa, sarebbe quella di acquistare mais (ogm comunque) dall’estero.

Ma gli agricoltori che seminano OGM commettono reato?

Non è chiaro, data  la situazione normativa ormai intricatissima. Il TAR ha ribadito che il decreto del governo non impone un divieto, perché in contrasto con le norme europee, ma una "sorta di moratoria" temporanea. Però non sono previste sanzioni per chi semina mais OGM. L'agricoltore Stefano Midun, come probabilmente molti altri, ha seminato mais OGM. Denunciato per il fatto è stato assolto dal tribunale di Udine perché "il fatto non è previsto dalla legge come reato". Non è dato sapere in questo momento quanti agricoltori, confidando sul fatto che Midun è stato assolto e che non sono previste sanzioni per chi semina mais OGM, abbiano già seminato il MON810.

C’è una trattativa a Bruxelles per concedere ai singoli stati di vietare gli OGM a livello nazionale?

Sì. La situazione di stallo sta danneggiando l’Europa: già alcuni centri di ricerche, come quello della BASF, vista l’incertezza legislativa hanno fatto le valigie per trasferirsi in USA. Il compromesso che si sta cercando è questo: l’approvazione rimane comunque a livello Europeo, su basi strettamente scientifiche, ma verrebbe data ai governi nazionali la possibilità esplicita di vietare gli OGM anche con considerazioni di tipo sociale ed economico. In pratica i paesi favorevoli si sono scocciati del continuo veto da parte dei contrari e vogliono andare avanti da soli. Con questo compromesso i paesi favorevoli sperano che i contrari non mettano più i bastoni fra le ruote opponendo motivazioni scientificamente infondate.

Chi è contrario a questo accordo?

Le multinazionali, che non vogliono venga data la possibilità ai singoli stati di vietare un OGM dopo che è stato approvato in sede Europea (tra l’altro che questo si possa legalmente fare è ancora dibattuto, perché potrebbe violare le regole del WTO per il libero commercio dei prodotti). Anche le organizzazioni di attivisti anti-OGM, come Greenpeace, sono contrarie, perché la loro azione di lobby, molto efficace a livello delle istituzioni europee, da cui ricevono anche ampi finanziamenti, verrebbe molto diluita dovendo opporsi anche nei singoli stati, sapendo benissimo che in alcuni paesi si darebbe il via libera agli OGM senza problemi. Sono poi contrari alcuni paesi, come la Spagna, che vedono in questo accordo un indebolimento del mercato unico europeo: se i semi sono una merce come le altre come è possibile vietarne il libero commercio tra stato e stato?

Chi è favorevole?

Alcuni paesi come la Danimarca, la Svezia o la repubblica Ceca che vogliono procedere sulla via delle biotecnologie agrarie senza che i paesi contrari, come l’Italia fino a ieri, blocchino i loro piani. Anche la Gran Bretagna ha ultimamente manifestato interesse per alcune piante OGM, come la barbabietola da zucchero, già utilizzata in USA, o il frumento. In pratica per i paesi contrari agli ogm non cambierebbe nulla, se non che non si dovrebbero più inventare scuse per vietare localmente quello che è permesso a livello UE. La famosa Europa "a due velocità" insomma: i paesi che fanno innovazione da una parte, quelli ancorati alla strenua difesa della "tradizione" dall'altra.

E l’Italia?

L’italia è stata sempre contraria a questa “liberalizzazione”, perché di fatto rappresenterebbe il via libera in Europa, ma ultimamente ha cambiato posizione, accettando l’idea che chi vuole bloccarli a livello nazionale possa farlo, e chi vuole andare avanti lo faccia senza intralci da parte degli altri. Tutto questo viene “propagandato” come una “vittoria” del fronte contrario agli OGM ma è proprio il contrario, in un contesto Europeo.

E la ricerca?

Nessun paese Europeo tranne l’Italia ha bloccato la ricerca, anche in campo aperto, in questo campo riconosciuto come strategico dall’Europa. La ricerca pubblica italiana, prima del blocco decretato da Pecoraro Scanio, era all’avanguardia nello sviluppo di OGM italiani pensati per l’agricoltura italiana. Molti sono già pronti nei laboratori delle università italiane. (I pioppi OGM italiani sono in questo momento piantati e rigogliosi in foreste cinesi ad esempio). Ci sono viti, olivi, pomodori, melanzane, kiwi, mele, etc. tutti pensati per risolvere specifici problemi italiani.

È inutile negare che uno dei problemi principali all’accettazione sociale di queste tecnologie sia il grande peso che hanno le multinazionali in questo campo. La ricerca pubblica auspicata (a parole) da tutti però potrebbe efficacemente agire da contrappeso rispetto al potere di influenza delle multinazionali del biotech.

Quindi esiste una ricerca pubblica sugli OGM?

Certamente! L’Europa era all’avanguardia. I primi OGM sono stati fatti in Europa e in istituzioni pubbliche.

Ma “la scienza è divisa?” come sostengono alcuni?

Sì, certo. Ma vediamo come. Questo è un “trucco” usato in Italia in tutti i campi dove un tema scientifico è stato politicizzato. Dalla fecondazione assistita alle cellule staminali, dal rischio sismico ai vaccini al riscaldamento globale agli OGM. Quando si parlava di cellule staminali adulte, contrapponendole a quelle embrionali, si vedevano in TV sempre e solo i soliti tue o tre scienziati che le sostenevano. La stessa cosa per gli scienziati “possibilisti” su Stamina. Sempre i soliti. E la stessa cosa accade da tempo per gli OGM: ci sono sempre i soliti quattro scienziati, portati in giro come Santa Rosa dalle organizzazioni No-OGM, e sono funzionali a far credere che “la scienza sia divisa 50%-50%”. In realtà la divisione è più spesso 9996 da una parte e 4 dall’altra.

È anche colpa del maledetto vizio dei giornalisti di voler sempre riportare la tesi “pro” e quella “contro” anche su temi scientifici. Forse pensano di fare un favore al pluralismo, ma in realtà lo fanno solo alla cattiva informazione perché per ogni affermazione, per quanto bislacca, esiste almeno uno scienziato disposto a sostenerla, basta cercarlo. È un teorema. A volte pure premi Nobel. Basta cercare bene e si trovano scienziati che dicono che il fumo fa bene, che i vaccini causano l’autismo, che gli alieni sono tra noi e rapiscono le persone e che gli OGM fanno male.

La realtà è che la scienza è una attività sociale condivisa, e conta l’opinione raggiunta dalla comunità scientifica su dati di fatto condivisi. E le comunità scientifiche parlano attraverso le loro società scientifiche, e non si contano più ormai i rapporti sugli OGM che queste ultime hanno pubblicato.

Quanto tempo servirebbe per far ripartire la ricerca in Italia?

Un minuto: il tempo della firma dei protocolli di ricerca in campo sugli OGM italiani, tenuti fermi nei cassetti da tutti i ministri fino ad ora. Chi sostiene che la ricerca non si debba fare in campo è di fatto un nemico della ricerca pubblica. Le multinazionali la ricerca in campo la fanno senza problemi nei paesi Europei dove questo è permesso. Martina sarà uguale a Zaia, Alemanno, Pecoraro Scanio e tutti gli altri? Temo di sì, ma mi piacerebbe essere smentito. L’Italia è un paese dove tutti si riempiono la bocca con la parola “ricerca”. Qui c’è l’occasione per distinguere i fanfaroni “tutto chiacchiere e distintivo” da chi invece parla seriamente. Si può far ripartire la ricerca pubblica italiana in un campo dove era all'avanguardia e dove una politica miope e di infimo livello l’ha bloccata per quindici anni. Basta volerlo.

E adesso?

E adesso niente. Palla al centro. Di nuovo. Il decreto scadrà nel gennaio 2015, a meno che la Commissione Europea lo consideri in contrasto con le normative UE e gli tagli le gambe prima (ma dubito). Così come scadrà la legge regionale del Friuli. Presumibilmente verranno emanate delle leggi regionali sulla coesistenza che cercheranno sicuramente di rendere impossibile coltivare il mais OGM, e queste leggi verranno impugnate presso la Corte di Giustizia, perché come ho spiegato le norme di coesistenza servono, appunto, a far coesistere. Normalmente la UE mal sopporta il presunto “genio” italiano nelle interpretazioni ad capocchiam della normativa, volte a ottenere il contrario di quello che la legge si prefigge. Nel frattempo chi continuava a seminare di nascosto mais OGM continuerà a farlo (non è che sono tutti come Fidenato o Dalla Libera che lo annunciano apertamente sul web)

E i Ministri?

Sono un sognatore. Non leggeranno di certo questo blog. La “politica” legge il Corriere o La Repubblica, legge "la carta", mica Le Scienze online e un blog di provincia come questo tra la via Emilia e il West. Mi rimarrà solamente la soddisfazione, durante EXPO2015, di far sapere a tutto il mondo che il Made in Italy è fatto on OGM importati. Altro che Italia OGM-free. E tutto il mondo penserà “i soliti furbastri questi italiani”

Dario Bressanini

P.S. I troll non sono ben visti da queste parti. Siete pregati nella discussione di rimanere in tema (la normativa e gli aspetti legali degli OGM). Se volete discutere aspetti che non sono trattati qui potete andare negli altri articoli dedicati agli OGM. Qui si cerca di mantenere alto il livello della discussione entrando sempre nel merito e documentando le proprie affermazioni. Se intervenite citando a sostegno delle vostre opinioni siti senza alcuna validità scientifica come disinformazione, informazioneXresistere o simili, oppure articoli scientificamente screditati dalla comunità scientifica internazionale (come quelli di Seralini) non aspettatevi una risposta. Non una seria comunque. E non da me in ogni caso. Potete andare a leggere i commenti ai vecchi articoli per capire perché non sono considerati accettabili in una discussione scientifica seria. Perdonate, ma non possiamo tutte le volte ripartire da zero nella discussione per chi capita qua per la prima volta mettendo un link privo di valore pensando di aver sganciato l'arma atomica, ottenendo invece derisione o silenzio.

684 commenti RSS

  • C'è una correlazione perfetta tra l'aumento del consumo di prodotti Biologici e i casi di autismo. Certo, magari è una coincidenza, ma che ne sappiamo noi? La mucca pazza non ci ha insegnato niente? I concimi biologici ammettono l'uso di farine animali. Potrebbe essere questa la causa? Nessuno ha mai dimostrato che i consumo di prodotti biologici non sia dannoso per la salute. Propongo una moratoria di 10 anni, in attesa che ci portino le prove. Non vorrei mai che sia come per l'amianto, il talidomide e così via. perplessa, che dici?

  • Perplessa

    Questi sono gli studi da proporre e non certo le tue fanfaronate ed infatti contraddicono tutto quelle che tu hai citato senza fonti

    http://www.geneticliteracyproject.org/2014/09/10/19-year-study-of-trillions-of-meals-shows-ge-crops-do-not-harm-food-producing-animals-humans/#.VBFNHMDuPpl.twitter

  • Ho letto l'articolo e (pur col mio inglese zoppicante) ne ho tratto la conclusione che la teoria per la quale gli OGM danneggierebbero la salute è quantomeno (eufemismo) azzardata. I detrattori degli OGM generalmente si limitano ad affastellare studi più ipotetici (=pregiudiziali) che coerenti per cimentare poi le crepe nei loro ragionamenti con l'onnipresente 'principio di precauzione'. Il finale delle loro elucubrazioni è già deciso a priori, qualunque cosa dica l'antagonista. Quando poi intuiscono la mala parata cercano di buttarla sull'emotivitá oppure si defilano. La scomparsa di Perplessa dal dibattito è, in tal senso, significativa.

  • Così, leggendo una rivista su internet della mia zona:
    http://www.targatocn.it/2014/09/13/sommario/monregalese/leggi-notizia/argomenti/agricoltura/articolo/micotossine-del-mais-come-prevenire-i-problemi-prima-della-trebbiatura.html
    Ho letto di che
    - Gli agricoltori sono attenti alla effettiva pericolosità del mais che producono, quindi in primis alle micotossine, molto più dannose di qualsiasi antiparassitario
    - La lotta alla piralide sia uno dei sistemi per prvenire lo sviluppo di micotossine. Ergo, usare insetticidi rende il mais più sano e sicuro.

    Poi, giusto per far tornare sulla terra i 'filosofi' dell'agricoltura:
    http://www.targatocn.it/2014/04/18/sommario/alba-e-langhe/leggi-notizia/argomenti/agricoltura/articolo/cia-cuneo-crescono-le-importazioni-di-mais-e-calano-le-rese.html

    La Spagna ci sta allegramente superando con il mais OGM, che felici importiamo e consumiamo, senza però poterlo coltivare.

    So che Alberto ci ha egregiamente aggiornati sulla materia, ma a volte ribadire è utile.

  • Gampaolo

    Ieri vi è stato un convegno a Mantova, presenti la Cattaneo, Bressanini e Defez. Purtroppo come sempre capita invece di iniziare alle 10 si è iniziato quasi alle 11 e quindi per altri impegni (dovevo andare a Rovigo a parlare della Storia dello zucchero e delle piante saccarifere e loro trasformazione) non ho potuto sentire le conclusioni del Presidente di Confagricoltura Guidi e soprattutto risalutare Dario.

    Tuttavia Defez ha illustrato molto bene che cos'hanno perso i maisicoltori italiani in questi anni di agnosticismo e sarei stato interessato ad ascoltare il Presidente Guidi, tuttavia avevo vicino tre grossi agricoltori che sono stati meravigliati dalle cifre tanto eclatanti da suscitare qualche incredulità. Evidentemente Defez paragonava mais con il tratto Mon 810 e il corrispondente isogenico non OGM. Un coltivatore mi ha chiesto che cosa voleva dire isogenico ed io gli ho spiegato che era il mais prima della modifica genetica ed allora lui ha detto: "ah ho capito è quello che seminiamo noi", al che io ho risposto: "non credo proprio" e lui mi ha guardato meravigliato. Quando poi gli ho spiegato il perchè è sbottato dicendo: " ma allora siamo becchi e bastonati?"

    Giampaolo ormai molti agricoltori non hanno mai e non lo fanno ancora quello di trattare il mais contro la piralide. Hanno un'altra soluzione, se all'avvicinarsi della maturazione dubitano che la piralide abbia infestato troppo i loro campi vendono la coltivazione ad un impianto di biomassa. Quindi si presenta il doppia danno per la nazione: 1° di continuare ad essere deficitari in granoturco per mangimi no-OGM, 2° di alimentare un'iniziativa, quella delle biomasse ricavate da piante alimentari, umane e zootecniche che siano, che ai cittadini e alle attività produttive costa una enormità in fatto di sovrapprezzo dell'energia elettrica consumata. vale a dire possiamo dire anche tutti noi "becchi e bastonati".

  • Alberto,

    Ti ringrazio ancora una volta per le informazioni, che tuttavia mi auguro che non siano vere, non fosse altro che per la tristezza che suscitano.
    Cioè, gli agricoltori italiani devono subire la concorrenza di prodotti d'importazione che potrebbero coltivare loro ma che per legge non possono. In nome di una (il)logica 'precauzionale' che tuttavia non si applica per i pericoli reali e concreti come le fumosine del mais.
    E noi paghiamo il prezzo economico e salutistico di tale situazione.
    Mah. Rimango perplesso su come sia possibile nel 2014 un tale oscurantismo scientifico ed una simile mancanza di semplice buon senso.

  • Chiedo scusa sul dato della mortalità infantile che è effettivamente errato. Ho commesso, in totale buonafede, un errore legato a una ricerca sulla mortalità (non infantile ma di giovani da 0 anni a 20 anni). I dati non sono disponibili sul sito dell'OECD che riporta solo quelli della mortalità infantile e non giovanile (perlomeno così mi sembra). Non potendo quindi citare una fonte diretta per la verifica ritiro quanto detto sulla mortalità infantile in Spagna.
    Non comprendo però la reazione di molti che trovo più che eccessiva.
    Non mi sembra che rispetto al paragone fatto da Bressanini sui prosciutti spagnoli e OGM, un sillogismo del tutto fuori luogo, vi siate scaldati più di tanto. Anzi nessuno ha notato che le due cose non sono assolutamente collegate. Avrei potuto citare la disoccupazione in Spagna come paragone. Dire, ad esempio, che la Spagna ha autorizzato gli OGM ed è aumenta vertiginosamente la disoccupazione. O no? Sarebbe stato illogico come l'esempio di Bressanini ma mentre avete fatto un'analisi dettagliatissima di quel che ho scritto non vi siete preoccupati di analizzare quel che ha scritto.
    Più che lettori sembrate veri e propri tifosi.

    Esecrabile, invece, il tentativo di alcuni, ahimè persino Bressanini, di ridicolizzarmi. Non aiuta la discussione tentare di offendere, schernire, deridere.

    Ad ogni modo ho scoperto, grazie a qualcuno di voi, che il grano Creso è un OGM. Che abbiamo mangiato grandi quantitativi per decenni e che nessuno ha avuto problemi di sorta (30 anni ha scritto qualcuno). Tutto bene. Lo studio sui 19 anni di ogm, linkato da qualcuno di voi è, inoltre, fortemente rassicurante. Certo il fatto che Alison Van Eenennaam (uno degli autori) ha lavorato per la Monsanto mi fa pensare alla faccenda del vino e dell'oste ma la vostra sicumera sull'argomento mi tranquillizza.

  • Peccato per lo scivolone sulla Monsanto, hai scritto "uno degli autori" non l'autore. E chè è sto tizio, convince tutti gli altri con i poteri occulti fornitogli da Big M.?

  • Perplessa: ora sono in giro. Questa sera ti rispiego la faccenda della Spagna perché temo che tu non l'abbia interpretata correttamente

  • Grazie Bressanini, non preoccuparti di spiegarmi alcunché. Il tono di sfottò di questo blog non mi piace. Sono curiosa di tutto e mi piace capire e approfondire senza nessun tipo di preconcetto ma non riscontro nelle vostre risposte argomentazioni dettagliate, pertinenti e circoscritte. Leggo solo attacchi personali e critiche a prescindere. Un caro saluto a te e a tutti.

  • Scusa se ti ho offesa, ma non si può sempre pensare male di chi lavora o ha lavorato per Monsanto.
    Non è nè giusto nè logico.

  • Alla fine, comunque, di prove non ne hai portate (se non errate). Puoi discutere i modi in cui sei stata criticata (legittimo), ma devi ammettere che se uno utilizza il tono del tuo primo intervento e poi stecca può anche succedere di essere spernacchiati. Uno incassa e riparte argomentando...se ovviamente qualcosa in mano c'è l'ha.

  • Perplessa,
    se il tono di sfottò del blog non ti piace non si capisce perché tu sia intervenuta. Io, quanto meno, non lo capisco.
    Bastava che leggessi qualche commento per farti un'idea dell'aria che tira.
    Tra l'altro qui di argomentazioni ultra dettagliate in materia di OGM ne trovi a carrettate... Certo, se invece di chiedere chiarimenti proponi paragrafi tipo questo:
    "Dire, come molti affermano, che sono anni che l’uomo si nutre di cibi OGM e che tutto va per il meglio, senza alcuna constatazione di effetti collaterali è una supposizione non supportata da alcuna prova concreta.", ovviamente ti sfottono.

    Ciao

  • Premessa per Perplessa: questo è un blog scientifico, e come tale NON si rispettano le opinioni. Se non sono supportate da fatti provati le si fanno a pezzi, nella migliore tradizione scientifica.

    Detto questo, spiego meglio cosa intendevo citando il Pata Negra.

    Gli oppositori nostrani agli OGM temono una perdita DI IMMAGINE per il Made in Italy. Ma NON perché temono che gli animali possano nutrirsi a OGM: quello GIÀ LO FANNO. La stragrande maggioranza degli allevamenti in Italia usa mangimi OGM. Da anni.
    Gli oppositori temono che se io coltivo mais OGM, l'immagine degli ALTRI prodotti ne venga deturpata.

    Ecco perché facevo notare il caso spagnolo: in Spagna si coltiva da molto tempo il mais OGM e non vi è stata la benché minima caduta di immagine per i vari prodotti, e che vengano usati per nutrire gli animali o meno è ininfluente perché, come dicevo, i nostri già lo sono.

    È più chiara l'argomentazione ora?

  • Perplessa

    Riprendo la tua seguente frase:

    "Sono curiosa di tutto e mi piace capire e approfondire senza nessun tipo di preconcetto"

    E la cosa che meno si addice al tuo primo intervento: tu hai preconcetti, non vuoi capire ma distribuire certezze (le tue), mentre l'approfondimento per te diviene un optional.

    Se tu avessi chiesto ti avremmo risposto gentilmente in merito a ciò che siamo a conoscenza e per di più validato da analisi e critiche fatte da competenti (che non siamo noi ben inteso, noi siamo solo gente che ha veramente approfondito per essere stati o essere ancora in molti casi del campo).

  • Oh! Il Pata Negra l'ultima volta che l'ho visto andava a centoventi euri al chilo al supermercato, e pazienza che la resa di tali maiali sia scarsa (ma nemmeno poi tanto: l'Alentejana è comunque una bella razza), però sempre maiali allo stato brado o semibrado sono, quindi meno accuditi e meno costosi come tecniche di allevamento. Certo, sono i numeri a fare i numeri, ma nulla giustifica certe cifre se non a volontà di sbalordire i gastrofighetti (da brillante, ormai di corrente uso, neologismo bressaniniano ;) ).

    http://saporeiberico.com/cat/it/92/0/-_Prosciutto?gclid=COCEt4yW5MACFfHKtAodIRsAow

    E poi la stagionatura è lunga, vero, comunque non esiste solo il Pata Negra, in Spagna

    http://www.dissapore.com/primo-piano/pata-negra-una-guida-al-prosciutto-piu-caro-del-mondo/

    40 milioni di jamon iberici, hai voglia a far mangiare a tutti ghiande, e comunque anche la dieta dei Pata Negra comprende cereali. No OGM? Può darsi, per distinguersi fa tanto figo, ma il resto dei venti milioni di suini da prosciutto certo che ne mangiano: lo coltivano apposta OGM, per avere un mais più sano. Se no l'importano, pure loro, che agli animali non basta mai.
    Perché, sai che c'è cara Perplessa? Che agli animali piace mangiare buono e sano pure a loro, e dai conigli ai bovini vanno pazzi per la soia e il mais, se sani perché transgenici pure di più, ma non perché il transgenico sia più buono, o più sano in quanto tale: semplicemente, per alcune sue componenti di DNA ricombinato che poi nella digestione si riscombina nelle sue basi, si difende da solo da certe avversità. Non tutte, le principali. Sicuramente si potrebbe e si potrà far meglio e di più, quando l'isteria contro gli OGM si sarà placata.
    I suini sono poi i nostri diretti competitori sulla scala alimentare, sarebbero, se avessero mani col pollice opponibile. Sarebbero ciufoli per diabetici, affèmia... comunque hanno un metabolismo così simile al nostro da farli ipotizzare come "incubatori" di organi umani da trapianto. OGM suppongo, ma invero non sono molto interessato ad approfondire questo ramo dell'argomento.
    Comunque sia, milioni se non centinaia non vorrei dir miliardi di maiali son stati nutriti negli ultimi trent'anni con soia e mais OGM ed eccoli lì infatti: son tutti morti.
    Ma non tutti costano milleottocento sterline per sette chili, alla faccia di chi lavora solo gratis et amore dei, solo questo volevo far rimarcare... ;)

  • Alberto,
    Ti ringrazio della spiegazione, sulle piante al C3 d al C4. Pensa che all'esame di biochimica il prof (per fare il figo e far vedere che interrogava un chimico in un esame per biologi) mi chiese tutto il ciclo di Calvin completo. E gli ho risposto! Ah, bei tempi.. Adesso va già bene se mi ricordo come mi chiamo.
    Secondo me non si tratta di piante al C4, ma qualcosa di diverso. L'enzima Rubisco viene da cianobatteri, per questo funziona solo in presenza di elevate concentrazioni di Anidride carbonica. E per questo le piante avrebbero bisogno di carbossisomi, come nei cianobatteri.
    Il tema però si potrebbe ampliare, per esempio con la ricerca per adattare i Rhizobium alla simbiosi con le graminacee ecc.
    Vengo alla mia domanda: oggi la ricerca sugli OGM si è incentrata soprattutto per la resistenza ai patogeni, anche se non solo. In futuro, si potrebbero introdurre importanti miglioramenti fisiologici in modo da rendere le piante più efficenti nel fissare il carbonio e con minori esigenze di concimazione del suolo.
    Secondo te, ci si potrà arrivare in anni o decenni?
    Poi, ma perchè, cavolo, non si fa una ricerca sugli OGM pubblica??? Il gioco delle multinazionali è appunto questo: fomentare i movimenti anti-OGM per evitare che gli stati si modifichino da soli i geni che vogliono e siano indipendenti da loro. E' solo un mio sospetto?

  • L'inganno sta appunto nel tuo ultimo sospetto che non è più tale, ma è una REALTà.

    Quando alle multinazionali è stato paventato che gli OGM che stavano formando meritavano di controlli accurati, loro hanno suggerito tutta una casistica di controlli che la ricerca pubblica non può sopportare economicamente. La Monsanto ha preso due piccioni con una fava ha eliminato un concorrente ed è stata padrona della strategia commerciale, nel senso che non si è preoccupata di fare un servizio diretto ai consumatori, bensì prima di tutto agli agricoltori che erano operatori economici come lo erano loro e quindi sensibili ad investire, non solo, ma hanno favorito le coltivazioni delle grandi estensioni perchè erano quelli che di fronte ad un sovrapprezzo se ne fregavano, se verificavano che a loro derivava un vantaggio. Non solo ma lo strumento era talmente comodo che non si è riflettuto a priori delle derive, vedi insetti e malerbe resistenti che sono state selezionate in funzione di una maggiore pressione selettiva. Il movimento no-OGM ci ha messo poi del suo (e qui vi è lo zampino delle ditte chimiche che si sono viste erodere il loro business) guardando il dito e non la luna, vale a dire dando la colpa alle Piante GM se si creavano resistenze, mentre la colpa era degli agricoltori imbecilli che si erano dimenticati delle buone regole agronomiche.

    Solo la ricerca pubblica potrebbe affrontare tematiche di miglioramento genetico mediante le tecniche OGM di piante alimentari cosiddette orfane, cioè mai migliorate scientificamente, mi riferisco alle banane da cuocere alla manioca, al taro, all'igname ecc. ecc.. Non solo ma la ricerca pubblica potrebbe mettere a disposizione dei contadini sementi che si autoriproducono oppure se si vuol finanziare la ricerca pubblica fare in modo che il contadino paghi per un certo tempo un piccolo quid che andrebbe a finanziare la ricerca, vale a dire finalizzare il sovrapprezzo ad un ritorno di utilità collettiva futura.

    Non si assisterà mai ad una Monsanto che migliora una pianta che non si autoprotegge, la ricerca è orientata solo verso le piante che si autoproteggono nel senso senso che permette alla ditta costitutrice della varietà di ricavare ogni anno un quind per unità venduta. Questo nei paesi sviluppati non rappresenta nessuno scandalo perchè ad un vantaggio ricevuto corrisponde un prezzo che vale la pena pagare, non lo rappresenterebbe neppure nei paesi sottosviluppati, solo in questi, molti contadini autoconsumano tutto il prodotto ricavato e non resta loro nessuna beneficio in denaro da investire in innovazione.

    MI vien da ridere quando sento dire che ci si appropria del vivente, perchè è una grande panzana in quanto rimane sempre a disposizione, se uno non vuol pagare diritti di brevetto, la varietà libera da brevetti e queste sono enormemente più numerose di quelle protette.

    Io sono ottimista circa la possibilità di inventare simbiosi che migliorano l'assorbimento dei nutrienti e la sintesi di sostanze organiche ma siamo di fronte ad una pluralità di geni interessati di cui non conosciamo nulla e quindi il lavoro sarà lunghissimo.

    Tuttavia davanti a noi avremmo una strada molto più semplice per ottenere miglioramenti che si estrinseca in qualcosa di fattibile in poco tempo. Come tu sai le piante attuali coltivate sono il frutto di un accumulo operato nei millenni di geni interessanti per la qualità e la produzione, ecco si tratterebbe di sveltire questo accumulo di ulteriori geni interessanti. MI spiego: nelle piante coltivate noi abbiamo già individuato geni che mancano in altre piante già migliorate, solo che spesso questi geni sono intimamente legati (perchè situati troppo vicini sul cromosoma) a geni non interessanti e purtroppo si ereditano assieme. Ebbene con la tecnica del trasferimento biotecnologico dei geni si potrebbe operare delle scissioni mirate e trasferire solo il gene interessante. Non solo ma ormai gli studi di genomica, proteomica e metabolonica sono avanzati e quindi in tutte le piante si stanno scoprendo geni sconosciuti ma da sempre presenti e di questi si è capaci di capirne a priori cosa codificano e come. Orbene quando noi sappiamo tutto ciò diventa routinario trasferirli ed accumularli nella stessa pianta. Se poi ne individuiamo qualcuno di interessante fuori dalla specie anche questa è una via già percorribile.

    Proseguendo su questa strada gli scenari di miglioramento delle piante potrebbero avere davanti scenari di aumenti di produzione quantiqualitativi impensabili.

    Ecco io credo che prima di pensare alla fotosintesi diversa o alla fissazione dell'azoto, bisognerebbe percorrere la strada indicata sopra perchè foriera di risultati tangibili a brevissimo termine.

    CON LE TESTE DI ADESSO PERO' TUTTO CIO' VA ALLE CALENDE GRECHE E SICURAMENTE LO AFFRONTEREMO SOLO QUANDO CI SAREMO PER IL COLLO.

    Circa il Rubisco, non è una questione del tipo di enzima perchè il cloroplasto è già un organo GM antichissimo infatti è la fusione di un'alga e di un batterio. Il Rubisco esiste già nelle piante solo che, nelle piante C3 l'enzima Rubisco fissa la CO2 nel 3-fosfatoglicerato: in questo processo a causa dell'attività della Rubisco una parte del substrato viene ossidata con consumo di energia (fotorespirazione). Le piante C4 hanno sviluppato un meccanismo più efficiente per far arrivare la CO2 all'enzima Rubisco.

  • E quello di Repubblica è pure equilibrato rispetto a questo. D'accordo che 'sta gente col biologico ci campa, una volta ci campavo anch'io, ma all'onestà intellettuale non riesco a rinunciarci, anche se non si mangia...

    http://www.suoloesalute.it/?p=4538#comment-13566

  • Professor Bad Trip 3 ottobre 2014 alle 18:21

    A proposito dell'intervista su Repubblica a Vandana Shiva, a me questa signora sembra una gran furbacchiona. Alla domanda che riguarda il suo titolo di studio, lei risponde di aver preso un PhD in Filosofia della scienza, come per dire che con questo titolo lei sarebbe esperta anche in materia di OGM. Tuttavia, titoli di studio del genere non c'entrano un c…o con gli OGM, al massimo gli servono per parlarci di Leibniz o di Pascal.

  • Sa 'na sega lei di Leibnitz e Pascal. Russeau e Gandhi piuttosto, in salsa postindù...

  • quel che è certo è che è esperta di riciclo
    https://www.facebook.com/home.php?ref=logo

  • oops! il link di FB va per conto suo.
    allora copio e incollo
    Chi l'avrebbe mai detto? Come segnala Beatrice Mautino, l'intervista di Rampini a Panzana Shiva su Repubblica (http://www.ow8.rassegnestampa.it/mipaafportale/pdf/2014/2014-10-03/2014100328492299.pdf) è la traduzione malfatta e copincollata di un post con cui la Shiva rispondeva al New Yorker sul suo blog, con domande aggiunte. Quindi o la Shiva ha mandato a Rampini risposte copincollate, oppure lo ha fatto direttamente lui. Che figata fare il giornalista così. http://vandanashiva.com/?p=105

  • Professor Bad Trip 4 ottobre 2014 alle 09:36

    Vale la pena leggere tutto l'articolo del New Yorker, tra l'altro giornale NON repubblicano:
    http://www.newyorker.com/magazine/2014/08/25/seeds-of-doubt

  • Alberto Guidorzi 4 ottobre 2014 alle 20:35

    Professor Bad Trip
    exCommesso

    Ho redatto un piccolo resoconto sulle voci pro e contro che vi sono sugli OGM. Lascio a voi valutare la credibilità degli uni e degli altri.

    http://www.salmone.org/wp-content/uploads/2014/09/queste-sono-le-voci-che-circolano-sugli-ogm.pdf

  • Professor Bad Trip 4 ottobre 2014 alle 21:17

    Grazie Alberto, lo guarderò con interesse.

  • If you wish for to increase your know-how only keep visiting this web site and be updated with the newest news posted
    here.

  • E Veronesi cala il carico.
    Finalmente tutti i quaraquaquà che si riempiono la bocca con il nome dell'oncologo si sono presi un pugno su muso.
    http://www.repubblica.it/ambiente/2014/10/06/news/veronesi_cari_nemici_degli_ogm_vi_prego_ripensateci_quei_semi_migliorano_la_vita_dell_uomo-97442383/?ref=HREC1-12

  • @dariobressani. Salve. In questo periodo si parla molto della Xylella fastidiosa che è deleteria per gli ulivi italiani e tanto altro. Si possono introdurre nuovi geni direttamente dalla pianta per debellare questo batterio? Grazie

  • Perché non fai una interpellazione a qualche Senatore così che faccia una interrogazione apposita, Mattia? Poi facci sapere tu a noi, magari... :mrgreen:

  • Mattia

    I geni prima occorre individuarli.

  • Intendevo se è possibile introdurre geni (ovviamente nel caso gli avessero trovati)direttamente nell'albero :) non partendo dal seme per intenderci ;)

  • Mattia

    La Xilella in USA l'hanno in Florida sugli aranci ed in California sulla vite da almeno 15 anni, però ancora anche loro usano il sistema della "tabula rasa". Sicuramente ci arriveremo..... ma poi diranno che bisognerà divenire astemi per non ingerire OGM.

    Lo sai cos'hanno fatto in Francia ad una prova dove si sperimentavano viti non-OGM innestate su un portainnesto OGM capace di rendere la vite resistente alla malattia del raccorciamento di nodi dei tralci? Hanno deciso che si trattava di un OGM, eppure l'uva non si raccoglie sul portainnesto, ma sulla marza che appunto non è OGM, ed hanno distrutto tutto. L prova era fatta dall'INRA e autorizzata dal Ministero dell'Agricoltura francese.

    Manzoni ha descritto la messa a morte degli untori per nulla.

  • Guidorzi e altri
    Sapreste consigliarmi qualche testo ben fatto sulla storia dell'agricoltura e dell'agronomia? Io stavo pensando alla storia delle scienze agrarie di Antonio Saltini, ma sono aperto ad altri suggerimenti.

  • Andrea F

    La storia di Saltini è una bella opera, adesso lo sai che ne hanno fatto una edizione nuova riprendendo i contenuti dei primi 4 volumi editi da Edagricole e aggiungendone altri 3.

    Se invece vuoi una storia fatta sull'evoluzione dei sistemi agricoli e mastichi il francese vi è quella di Marcel Mazoyer e Laurence Roudart Editions du Seuil - Titolo Histoire de l'agriculture du monde.

    Un volumetto di 700 pagine che costa anche poco solo 11 €, ma ti assicuro che è notevole.

  • dell'opera di Marcel Mazoyer e Laurence Roudart esistono anche una versione inglese e una spagnola

  • Grazie per i consigli

  • Servizio, secondo me, scorrettissimo sulla prima pagina del Corriere della Sera.
    A partire dal titolo:

    Ecco come viene superato il divieto sugli Ogm in Italia: viaggio nell’industria dei mangimi

    http://video.corriere.it/ecco-come-viene-superato-divieto-ogm-italia-viaggio-nell-industria-mangimi/300d9366-2af8-11e5-8eac-aade804e2fe2

    Falsità e scorrettezza.

  • Perryplanet

    Vedi su un problema così complesso non si può fare un video per flash, si dicono falsità, si è scorretti, come tu ben dici, ma oltretutto non s'informa.

    Il primo poi, che è il rappresentante della Coldiretti, ha rasentato la reticenza del mafioso.

    Se si vuole informare si deve dire che:

    1° In Italia produciamo il 70% del nostro fabbisogno di mais ed il 15% del fabbisogno di soia (e nessun'altra derrata proteica che non sia l'erba medica, che prima si disidratava, ma che con i livelli dei prezzi del petrolio passati quel po' di filiera che c'era è stata smantellata).

    2° I fieni ormai, specialmente per gli allevamenti degli animali ruminanti da carne, si limitano al bisogno di generare una buona ruminazione e quindi il ricorso ai mangimi concentrati è divenuto il modo di alimentare gli animale sia monogastrico che poligastrico.

    3° Le industrie mangimistiche per rifornirsi hanno il computer collegato con le maggiori borse merci internazionali e comprano derrate i n funzione del contenuto in carboidrati, proteine e grassi mediando tra prezzi e quantità dei tre elementi nutritivi predetti che permettono di fare miscele e rispettare i parametri di destinazione del mangime in funzione dell'età dell'animale e di cosa va a produrre.

    Qual'è la realtà dei mercati delle derrate mangimistiche?

    a) i maggiori paesi esportatori di derrate alimentari per l'uomo e gli animali hanno fatto la scelta OGM, quindi se si vuole un mangime OGM free ci si deve rifornire o laddove non si coltivano OGM, ma qui i prezzi sono molto più alti e offrono quantità insufficienti oppure se ci si rifornisce dai maggiori produttori mondiali ( che torno a ripetere hanno fatto la scelta OGM) questi dovrebbero avere distinto le filiere di produzione a tutti i livelli (faccio presente per le sostanze proteiche le piante che danno questi semi sono anche produttrici di olio e quindi prima estraggono l'olio e poi vendono il panello che è un concentrato proteico, in questo modo assicurano anche della non presenza di sostanze antinutritive per gli animali); quindi si dovrebbe distinguere anche laddove si estrae l'olio.

    b) avendo questi fatto la scelta OGM, non è che vedano di buon occhio coloro i quali hanno fatta la scelta OGM free e quindi non è che si preoccupino più di tanto per soddisfare una richiesta che considerano solo "rompiballe".

    Conclusione: Le filiere sono commiste ed in questo caso la derrata ha un prezzo minore oppure se sono tenute distinte lo sono nella misura in cui ciò è economicamente possibile. Faccio presente che filiere distinte significa raccolte differenziate, trasporti differenziati, lavorazioni differenziate sia a monte che a valle. Credo che anche un profano si renda conto degli aggravi dei costi. Non solo, ma ormai i tratti OGM inseriti nelle varietà coltivate sono tali e tanti che l'UE è obbligata, se non riceve parere negativo dall'EFSA, ad autorizzare l'importazione di tutti i tratti genetici e quindi l'offerta di derrate OGM aumenta sempre più.
    Però vi un altro aspetto da considerare ed è quello che per tanto che si tengano distinte le filiere un qualche % di commistione tra OGM e non-OGM è sempre possibile. Infatti la legge ammette che fino a 0,9 di un OGM non ammesso esso corrisponda a non OGM, non è il caso quando l'OGM è ammesso.
    Quindi bisognerebbe dire a quella faccia tosta della coldiretti che ha parlato di etichettaura dei mangimi che ha sparato una puttanata bella e buona, infatti se io faccio una legge secondo la quale si possa apporre sull'etichetta del sacco di mangime fatto o non fatto con OGM significa che se io dichiaro fatto con "non OGM" quel mangime deve contenere non OGM in assoluto e senza nessuna tolleranza e quindi tutta l'industria mangimistica o dichiara "fatto con OGM" sia che vi siano sia che non vi siano. Infatti questa è l'unica via per poter continuare a lavorare, differentemente si rischia grosso.

    Per far capire meglio faccio un esempio sulla germinabilità che deve avere un seme certificato venduto ad uso semente: in molti casi il limite di legge è l'85% (cioè si assicura che nelle condizioni di laboratorio devono germinare 85 semi su 100) ed, infatti, molte etichette portano solo la menzione "germinabilità di legge". Solo che ormai la germinabilità di legge è stata di gran lungo superata, in certe specie abbiamo una germinabilità del 95% ed oltre. Ora un sementiere se anche ha un seme che germina in quella percentuale non lo dichiarerà mai ufficialmente perchè ad un controllo, che vale è la sua dichiarazione e non più i limiti di legge. Come si comprende se dichiarasse la germinabilità effettiva da lui ritrovata aumenta le probabilità di incorrere in una non conformità.

    Sempre quel bel tomo della coldiretti occorrerebbe chiedere se è a conoscenza di questo:

    http://agrariansciences.blogspot.it/2015/06/le-parole-ufficiali-sullo-status-quo_20.html

  • Alberto

    leggiti il commento

    Fra 16 luglio 2015 alle 18:02

    sul blog di Beatrice, non so più se ridere o piangere.

  • GUIDORZI ALBERTO
    "I fieni ormai, specialmente per gli allevamenti degli animali ruminanti da carne, si limitano al bisogno di generare una buona ruminazione e quindi il ricorso ai mangimi concentrati è divenuto il modo di alimentare gli animale sia monogastrico che poligastrico."

    Potrei sbagliarmi, ma non c'è obbligo, per i ruminanti, che almeno il 60% della loro alimentazione venga da prodotti fibrosi tipo foraggio? Tra laltro non mi ricordo se nella definizione dei prodotti con fibre oltre al foraggio rientri anche la soia.

  • Ovviamente la soia di fibre ne contiene, non ricordo però come la si considera legalmente

  • Andrea F

    Sia per il grana Padano che per il Parnigiano reggiano si dice che il 50% di sostanza secca dell'alimentazione alle vacche deve essere derivato da foraggi. Ma qui siamo in presenza di un consorzio di produzione votata alla produzione di formaggi tipici e che possiede un regolamento.

    Non credo però che queste regola valgano anche per chi produce latte alimentare o animali da carne. Di questo però non ho la certezza documentale.

  • Andrea

    Ho letto il commento

    Non mi meraviglio che si scrivano cose di questo genere. Nel loro cervello è venuto meno qualsiasi verifica di quanto scrivono, l'ideologia li ha obnubilati e quindi si sono autoconvinti della veridicità di quanto hanno inculcato nel loro cervello deviato.

    Non riescono comprendere che se l'uomo è riuscito, studiando il volo degli uccelli, a far volare un aeroplano, questo stesso uomo, con l'avanzare delle scoperte biologiche, possa essere riuscito a fare ciò la natura ha sempre fatto da quando è sorta la vita sulla terra, vale a dire modificare il patrimonio ereditario di ogni nuova generazione. Eppure le prove sono lampanti, al limite se ne può discutere il contesto di applicazione, ma non certo ormai il perfetto possesso delle tecniche del DNA ricombinante.

    Pensa solo ad una cosa, in principio accusavano la tecnica di transgenesi di non poter prevedere dove il transgene si sarebbe fissato sulla molecola del DNA, L'incertezza in realtà esisteva, ma quelli del mestiere ammettevano la cosa ma nello stesso tempo aggiungevano che tutte le cellule modificate sarebbero state selezionate per eliminare tutti i casi in cui il transgene non si fosse localizzato in luogo adatto. Ora questa loro obiezione non ha più senso perchè il punto preciso (preciso al punto da permetterci di scegliere una base del DNA) dove inserire il transgene lo scegliamo noi a priori, solo che dicono che raccontiamo balle.

    Solo che la cosa è tanto vera che ormai una transgensi non è più riconoscibile rispetto ad una mutazione naturale o ad una ricombinazione allelica.

    Ecco perchè alla Marchi ho detto che lei in un prossimo futuro si mangerà OGM a bizzeffe perchè il tratto modificato non sarà tracciabile da nessuna analisi oppure confondendosi con qualcosa di ammesso non potrà essere contestato. Con questo però verranno meno anche i controlli.

  • GUIDORZI ALBERTO
    Me lo aveva detto en passant il professore di alpicoltura, ma non ho mai approfondito l'argomento. Il concentto è che, anche volendo, non si può legalmente nutrire una vacca di solo mais per ragioni di salute (far lavorare correttamente gli stomaci tramite un apporto minimo di fibre). Poi nei disciplinari delle DOP o delle IGP c'è anche la questione organolettica.

  • Ma non è che al buon bovaro importi poi quel gran ché, di quel che dice la Legge di quel che deve magnare la sua signora vacca, eh! Se gli spieghi perché l'Europa in effetti non è che voglia raddrizzare i cetrioli ride, ma quando ti mette sotto al naso una manata di mais biologico dicendo con sti ciufoli che lo do alle mie signore vacche, ma manco alle galline beghine, ride mica.
    E quanta fibra debba dare al rumine della signora vacca perché scoreggi - e così andiamo tutti nel riscaldamento globale, sempreche il sole non decida di andare in vacanza per un po', come pare - piuttosto che il rumine s'intasi, il buon bovaro in genere lo sa anche senza che glielo dica la Legge.
    Il cattivo bovaro magari no, ma dubito che la Legge possa aiutarlo, almeno in questo caso...

  • Andrea F e Zeb

    IN realtà occorre creare un certo volume perchè la ruminazione abbia inizio e quindi il fieno ha questo scopo, pertanto si può limitare il fieno allo stretto indispensabile e continuare l'alimentazione con dei concentrati, poi devo correggere zeb per quanto riguarda le emissioni metanifere dei bovini. Esse sono dovute in gran parte alle emissione via orifizio boccale che orifizio anale. Il metano si forma negli stomaci e meno nell'intestino.

  • Che livello poetico di narrazione del cibo, chissà se piace a Slow Food e Eataly! 😀

  • Giusto, Alberto: è forse poco noto al profano che la signora vacca erutta, spesso e volentieri. Era comunque metaforico, il mio accenno... ;)

  • @dariobressanini è uscito un articolo in cui viene detto che c'è un problema per gli OGM. Il Glisofato è stato inserito dall'IARC come probabile cancerogeno. Ha risposto Defez dicendo che viene usato anche in colture non ogm, per pulire bordi stradali ecc... Cosa pensa lei su questo, può essere pericoloso?

  • Mattia
    La IARC rientra nell'orbita dell'OMS, ma è alquanto autonomo e lo ha classificato 2A cioè probabile cancerogeno. Assieme ad altri insetticidi di prima classe velenosissimi se ingeriti e appartenenti agli esteri forsorici, ma usate da mezzo secolo.
    Il 23 giugno ha aggiunto in classe 2B (possibile cancerogeneo) il DDT, il Lindano e d il 2-4D a questo erbicida recentemente è stata creata una resistenza per via transgenica di certe piante coltivate.

    Una prima considerazione scaturisce da quanto riferito: la stappa ha dato notorietà alla classificazione del gliphosate e recentemente del 2-4D, ma non alle altre molecole citate usate da molto più tempo ed ancora in uso in molte parti del mondo. Questo mi pare abbastanza sospetto, ci si accanisce sul figlio per colpire il padre, cioè gli OGM.

    Altro aspetto è che la classificazione dello IARC è in contrasto con tutte le altre agenzie mondiali che fanno il suo stesso lavoro e vi è compresa anche l'OMS. Lo IARC ha precisato che lei ha valutato il rischio che è cosa diversa dal pericolo, essendo quest'ultimo intimamente legato all'esposizione. Resta dunque un rischio teorico e quindi l'annuncio ha molto della strumentalità.

    Ti faccio un esempio per farti comprendere: si può dire che le linee elettriche presentano un un pericolo mortale di fulminazione, ma una linea elettrica eseguita in conformità alle norme non presenta quasi nessun rischio.

    Alle esternazioni della IARC sono seguite delle prese di posizione di altre agenzie. Una di queste la BfR tedesca (Bundesinstitut für Risikobewertung - BfR – Istituto Federale di valutazione del rischio) aveva detto in gennaio ad inSimposio internazionale che i prodotti contenenti glifosate non erano in nessun caso: mutageni, camcerogeni, influenzanti la riproduzione, teratogeni e neurotossici (gli esteri fosforici lo sono eccome!).

    Il parere della BfR è stato trasmesso all'EFSA e dopo l'esternazione dello IARC anche all'OMS che ha in programma di organizzare una riunione per valutare complessivamente il lavoro dello IARC e le precedenti conclusioni della BfR (che non può essere ascritta ai favorevoli agli OGM vista che è una istituzione federale tedesca ed il governo è espressamente contrario agli OGM.

    In conclusione non esiste nulla di definito, la IARC si è limitata a definire "un pericolo", ma non ha valutato il rischio reale e quindi resta solo un grande battage mediatico. Quello sì che è definitivo, in quanto l'opinione pubblica ha introitato che gli alimenti ricavati dalle PGM per il solo fatto di essere diserbati con gliphosate fanno venire il cancro. In altri termini non è assodato e valutato che all'irroratore di gliphosate corra rischi dii ammalarsi di cancro, mentre è ormai sicuro che consumatore di alimenti trasformati e con eventuali residui millesimali di gliphosate, ma provenienti da OGM contragga un cancro. Faccio notare che il gliphosato è usato normalmente nell'agricoltura convenzionale ed in tutti gli incolti pubblici da tenere puliti dalla vegetazione.

  • Buongiorno, allego il link ad un articolo che parla di una soluzione "ANTI-OGM" per la cura delle aflatossine mediante l'introduzione di un ceppo di Aspergillus flavus incapace di produrre le pericolose aflatossine. Questo andrebbe in competizione con i ceppi tossigeni presenti nell'ambiente, impedendo loro di colonizzare e contaminare le piante di mais.
    Il tutto studiato presso l'Università Cattolica di Piacenza che il buon Guidorzi ben conosce.
    Quello che mi stranizza è il fatto che la collaborazione con una multinazionale del seme (DuPont Pioneer), in questo caso, è ben accolta da Coldiretti &C.

    http://www.piacenzasera.it/universita-cattolica/presentato-expo-fungo-made-piacenza-che-lotta-contro-ogm.jspurl?IdC=1093&IdS=1093&tipo_padre=0&tipo_cliccato=0&id_prodotto=61422&css=homepage.css

  • Perryplanet

    Solo un giornalista imbecille poteva scrivere "un fungo che lotta contro gli OGM" ed infatti nelle dichiarazioni fatte nessuna cita gli OGM, perchè è da ignoranti farlo.

    La questione è questa il mais è attaccato dalla piralide, un lepidottero, la cui larva buca steli e pannocchie (spighe per i botanici puristi) ed il danno è che molte pannocchie cadono, gli steli con il vento si spezzano e si distendono a terra. Vale a dire si perde produzione.

    Il Danno indiretto è che nelle gallerie fatte dalle larve si insinuano dei funghi che generano micotossine pericolose per la salute dell'uomo. Qual'è lo scopo della ricerca quella di creare un fungo che non produce tossine e fare in modo che sia lui che si inserisce nelle gallerie al posto di quello tossico.

    Detto questo devi tenere conto che un agricoltore ha due interessi:

    1° quello di raccogliere la massima quantità di prodotto (quello caduto per terra non si raccoglie) e di diminuire le perdite (una pannocchia invasa dal fungo buono è ugualmente meno produttiva perchè molti semi non sono utilizzabili o letteralmente marciti, quindi comunque anche se ha il fungo buono il magazzino di stoccaggio che riceve una pannochhia ammuffita ti fa lo sconto sul peso consegnato).

    2° Che il prodotto sia vendibile e un granoturco con tassi di tossine fuori norma è rifiutato). Quindi in questo caso l'agricoltore con l'invenzione è aiutato.... ma aumenta i costi, non crederai che i Consorzi agrari siano degli enti di beneficienza.

    In conclusione ti pare che un agricoltore italiano che avesse a disposizione il mais OGM Bt rinuncerebbe a seminarlo perchè in Cattolica (guarda che di ambientalisti radicali ve ne sono molti anche in Cattolica e tra l'altro sono ringalluzziti con l'enciclica del Papa che stiracchiano dalla loro parte

  • continuo

    ....perchè cosi si convincono di essere più cattolici degli altri) è stato messo a punto un fungo atossigeno. No lui lo seminerebbe perchè gli salvaguarda la produzione e quel giornalista non ha capito niente di niente.

  • Alberto

    faccio come San Pietro e rinnego la nostra università per aver collaborato con Coldiretti? 😀

    P.s.: ma Dario ti ha passato la mia mail o i giorni scorsi era impegnato a seguire i biodinamici?

  • Andrea

    Non mi ha passato nulla, l'ho anche rilanciato... sarà impegolato con gli estrogeni della soia

  • Grazie. Mi sembrava che qualcosa non funzionasse e che ci fosse un intervento furbo di Coldiretti...

  • @ Dario - 10 settembre 2014 alle 22:41

    >C'è una correlazione perfetta tra l'aumento del consumo di prodotti Biologici e i casi di autismo.

    mah.. così mi pare non faccia senso,

    dovrebbe essere "C'è una correlazione perfetta tra l'aumento dei casi di autismo tra i consumatori di prodotti bio, questo induce a pensare che l'autismo sia legato al consumo di prodotti Biologici"

    quelli che sostengono che i vaccini causano l'autismo sostengono che i casi aumentano tra i vaccinati, non a caso, non dico nulla sui vaccini, il punto è che l'esempio così com'è è sbagliato,

    prima di fare la correlazione devo dichiarare l'ipotesi che intendo verificare, no? immagino sia, mangiare bio causa l'autismo, per cui correlare i casi di autismo in tutta la popolazione con il consumo di prodotti bio a livello nazionale, non fa senso, il campione deve essere i consumatori di prodotti bio

  • @ Dario

    >in Spagna si coltiva da molto tempo il mais OGM - Il 30% circa del mais in Spagna è OGM

    forse anche il 15%, le stime che fa il governo sono strane, non si sa quanti ha sono piantati, e in molti casi nemmeno dove (campi fantasma?), calcolano con le sementi vendute per un coeff di semina... e chi ti dice che le sementi vendute sono tutte piantate (o che sono vendute - potrei voler tener alte le statistiche apposta - tanto non si sa dove sono i campi per verificare), e che il coeff è OK per tutti i campi (non può essere, perchè la densità di semina dipende da vari fattori) boh, un casino, ma perchè non fanno per ha, come fanno tutti? mistero... avranno le loro ragioni immagino per farlo strano :-)

    dove hanno fatto i test non c'è differenza di produttività

    tab p 22
    http://www.aragon.es/estaticos/GobiernoAragon/Departamentos/AgriculturaGanaderiaMedioAmbiente/TEMAS_AGRICULTURA_GANADERIA/Areas/FORMACION_INNOVACION_SECTOR_AGRARIO/CENTRO_TRANSFERENCIA_AGROALIMENTARIA/Publicaciones_Centro_Transferencia_Agroalimentaria/IT_2015/IT_256-15.pdf

    e adesso gli è arrivato dal Messico (chissà come) anche una nuova e terribile infestante il teosinte (il "vecchio mais"), ma non basta, il teosinte che gli è arrivato, per caso, è anche una varietà molto resistere alla siccità, adatta al clima spagna del centro-sud (che sfortuna, davvero, a volte il caso), magari in padania arriverà per caso, una varietà più resistente all'umidità ..ad ognuno il suo teosinte casuale .. ovviamente per sta infestante bisogna usare un sacco di diserbanti, però magari, per caso, ci sarà anche un mais GM che si può usare, e un bel diserbante ad hoc... meno male che c'è la Monsanto che ci da una mano

    ah mais x teosinte ibridano (fertile)... una vigorosa super infestante, mi pare bene, meglio di così che si poteva volere?

    sembra che la diffusione del teosinte sia partita da un centro sperimentale sul mais GM-monsanto...(un caso ovviamente) ma non è successo una cosa del genera anche per Xylella? non era un ceppo arrivato dal sud america, che sperimentavano in loco? ma meno male che la Monsanto c'ha già gli olivi GM... sarà un caso, mah, è che a un certo punto iniziamo ad avere anche una statistica :-)

  • Alberto Guidorzi 23 gennaio 2016 alle 10:44

    ti

    Mi sa che tu ne sappia ben poco di quello di cui stai parlando. Il tuo pressapochismo ti definisce.

    Il teosinte ha una spiga contenente 5 semi, mentre il mais ne contiene 500 e tu mi vorresti dire che il teosinte è una pianta agraria, sarà pur resistente alla siccità (ma lo è come il mais) ma se produci 5 semi per pannocchia o spiga la siccità ha già fatto il suo effetto prima di seminarlo, non ti pare?

    Ma perchè se siete ignoranti di una cosa e non ne conoscete nulla ne volete parlare? Per dimostrare che possedete una tastiera?

  • Alberto, non ti arrabbiare secondo me è un troll, manco Cappanna e la Fattori insieme impegnandosi al massimo potrebbero generare tante idiozie nel giro di due post.

  • Volete dire che, piano piano, la Scienza, quella vera, sta tornando a fare il suo dovere:

    http://napoli.repubblica.it/cronaca/2016/02/09/news/universita_-133079638/

    A quando la discussione in parlamento ?

  • perry, questi li hanno beccati perche' esageravano, perche' non facevano manco gli esperimenti e perche' si sono messi contro la senatrice, ma sai quanti altri ce ne sono nel campo biomedico che si inventano tutti i risultati e li pubblicano su riviste internazionali di prestigio?

    E come fai a controllare che quello che scrive qualcuno sia frutto di esperimenti reali e non inventato totalmente allo scopo di pubblicare, far carriera, attrarre finanziamenti etc... E non parlo del campo degli OGM.

    A gia' c'e' la peer review...meglio lasciar stare l'argomento

  • @ranieri
    Forse mi sbaglio, però mi pare che in questo caso vi sia una rilevanza maggiore.
    La problematica sugli OGM e sui possibili effetti negativi è oggettivamente sotto i riflettori da tempo e continua ad essere un tema caldo, con pesanti risvolti che oltrepassano di gran lunga le pareti dei laboratori.
    Falsificare dati in questo ambito comunque oggetto di innumerevoli controversie anche di tipo sociale, politico ed economico, mi sembra molto grave.
    Grave, ma comunque meno grave se invece si pubblica un dato - completamente inventato - che dimostra che il fumo aumenta le gonadi di un 15% in conigli albini knockout per il gene lambda-doppia-vu 327, trattati con 20mg/kg di interleukina 38 somministrata per via intraperitoneale e con aggiunta di anticorpi monoclonali umani diretti contro il PDGFR.

  • Aristarco, certo, c'e' chi inventa i dati e non fa danno, al massimo produce un po' di inquinamento scientifico e fa carriera (se ha qualche spintarella).
    Ce ne sono tanti e troppi con esagerato pelo sullo stomaco che si inventano migliaia di molecole che curano tutte le malattie conosciute e/o che scoprono o geni che regolano le stesse. Questi oltre ad inquinare e a far carriera sulle menzogne, oltretutto dragano fondi dalle varie associazioni caritatevoli.
    Purtroppo questi esemplari con addome ricoperto da abbondante peluria per un fenomeno puramente darwiniano sono selezionati dal sistema.

  • @Bressanini "Aspergillus flasvus che produce le aflatossine non usa gli insetti per penetrare nel mais come fonte primaria di inoculo, al contrario delle specie di Fusarium, F. verticillioides e F. proliferatum. Quindi gli OGM Bt (in grado di produrre la tossina di Bacillus turingensis) sono poco efficaci contro la penetrazione di A. flavus e quindi contro l'accumulo finale di aflatossine." ho letto questa cosa scritta da un esperto. Quindi nessun OGM in commercio è "capace di" fermare" le aflatossine?

  • Mattia, non conosco la fonte di inoculo per cui non ti so dire se la premessa è corretta, ma è vero che il mais Bt attualmente usato pare ridurre la concentrazione di fumonisine, non di aflatossine

  • Alberto Guidorzi 17 marzo 2016 alle 23:33

    La aflatossine le elimini o meglio le riduci con la buona conservazione della produzione di mais. Ma nessuno ha mai affermato che il mais Bt riduce le aflatossine si è solo detto che le gallerie delle larve di piralide sono una fonte di penetrazione di funghi e quindi, se non ci sono, i funghi non entrano, ma non è detto che i funghi si arrendano, devono intervenire altre pratiche che vanno dalla raccolta di chicchi secchi e alla buona conservazione post raccolta.

    Il mais Bt non lo hanno fatto per diminuire le tossine dei funghi del genere fusarium, ma per evitare che la piralide renda le piante meno resistenti all'allettamneto prima e durante la raccolta e che le muffe non distruggano i semi sulla pannocchia. La diminuzione delle fumonisine è secondaria come effetto, ma non per questo senza importanza.

  • Caro Bressanini,

    ho letto con grande interesse il suo articolo, scritto (come al solito) in maniera molto semplice e chiara.
    Ad oggi è uscita una nuova direttiva comunitaria, pubblicata in Gazzetta ufficiale nel marzo 2015 (http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/allegati/comunicati/Nuova%20direttiva%20UE%20su%20OGM.pdf).

    Mi farebbe piacere se potesse scrivere un nuovo articolo su come è cambiata la situazione in Italia (o come non è cambiata) a seguito di questo direttiva.

    Cordiali saluti

  • Alberto Guidorzi 23 giugno 2016 alle 00:38

    Giacomo

    Una PGM (pianta geneticamente modificata) è prima di tutto una pianta che si moltiplica per seme o per parti vegetative e sono queste parti che si coltivano e si commercializzano in agricoltura. Il commercio di queste parti (semi e parti vegetative) è normato da una legge sementiera europea e gli Stati membri dovevano adeguarsi alle Direttive comunitraie.

    In base a queste leggi una varietà di una specie vegetale coltivata, una volta ritenuta valida in uno Stato membro, doveva poter essere commercializzata in tutta l'Unione e niente doveva ostacolarne la circolazione. Questo è andato bene a tutti per 30 anni.

    Con l'avvento delle PGM invece cominciarono le prime contestazioni alla legge sementiera di cui sopra. Questo non avvenne subito, infatti, la prima PGM, il mais MON 810, fu autorizzata in Spagna come semente e perfettamente accettata da tutti gli altri Stati membri. Essa infatti per abbastanza tempo ha potuto essere seminata anche da paesi che poi l'hanno bandita. Successivamente, invece. iniziarono furiose opposizioni di vari Stati, ma l'opporsi non aveva fondamento giuridico e per farlo si usarono disposizioni illegali (ed infatti provvedimenti messi in atto dai vari Stati sono stati tutti cassati per illegalità).

    Il movimento contro le sementi OGM determinò tuttavia un impasse con le successive domande di ammissioni di nuove PGM in quanto tutte le procedure furono bloccate dal fatto che non si formò più una maggioranza qualificata per l'ammissione.

    Solo che ciò non spinse i costitutori di varietà di PGM a demordere dal chiedere l'ammissione e quindi i nuovi tratti genetici intasarono gli organi decisionali della Commissione. Vi fu però un cambiamento di strategia, non si richiese più la seminabilità in Europa, ma solo l'accettazione del tratto genetico che si immetteva nelle varietà vegetali al fine di non far bloccare le importazioni delle derrate prodotte altrove con le PGM

    L'impasse, però, non era procrastinabile oltre un certo limite. in quanto l'Europa sarebbe incorsa in sanzioni in sede di Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC).

    Le Autorità di Bruxelles allora, venendo meno ai loro doveri, proposero agli Stati Membri il seguente compromesso: " voi mi lasciate dare il nulla-osta ai tratti genetici ammissibili,. ed io vi concedo la libertà di impedire la coltivazione di una varietà OGM sul vostro territorio".

    Guarda caso, intanto che capitava questo, i costitutorii smisero di chiedere l'approvazione delle sementi OGM (come avevano fatto con il MON 810), ma chiesero solo l'approvazione della derrate che contenevano il tratto OGM. Quindi se rifletti te ne accorgi che praticamente non sono gli Stati a proibire la seminabilità, ma in pratica sono i costitutori ad impedire che possano essere seminate perchè si rifiutano di darti il seme.

    In altri termini siamo in questa situazione, prendendo in ad esempio l'Italia: l'Italia dice al Monsanto la tua varietà OGM non voglio che sia seminata da noi, ma Monsanto risponde che se ne frega perchè tanto non ci vuole dare il seme". Alla Monsanto ed agli altri interessa solo che in Europa possano entrare le derrate OGM che altri Stati del pianeta producono perchè ammettono la coltivazione delle PGM senza tanti se e ma.

    Tuttavia la concessione fatta ai singoli Stati di poter proibire di seminare i semi OGM doveva essere legalizzata con una nuova direttiva, che è appunto quella che di cui tu hai linkato il testo.

    In conclusione noi non vogliamo seminare le varietà di specie coltivate OGM, ma la Monanto dice che tanto non ci avrebbe dato il seme, ma aggiunge che però delle derrate da trasformare non possiamo impedirne l'importazione e soprattutto la libera circolazione sul territorio e l'UE dice che ha ragione.

    Risultato noi non ne seminiamo, ma i nostri mangimi li facciamo con derrate OGM prodotte da altri, i quali sono ben contenti del nostro comportamento perchè così non hanno concorrenza da parte di nostra merce autoprodotta. Gli unici ad essere fregati sono i nostri contadini.

    La direttiva di cui al link è la regolamentazione di come si può fare per non seminare OGM in uno Stato e come lo Stato confinante che invece li semina si deve regolare nei territori frontalieri.

  • Ad Alberto Guidorzi e Dario Bressanini

    Caro Alberto,
    la ringrazio per la sua risposta così veloce ed estesa. Purtroppo, non mi occupandomi per lavoro di questo argomento, faccio fatica a seguirla nel suo intervento a differenza, non ne abbia a male, degli scritti di Bressanini che mi risultano sempre comprensibili e immediati (d'altronde è il suo lavoro, e lo fa molto bene!).
    Ci tengo a chiarire che il mio commento era principlamente rivolto a Bressanini per richiedere un nuovo articolo sugli OGM, in considerazione anche della nuova normativa europea (che cambia qualcosa? non cambia niente? ancora non ho capito), e del fatto che l'ultimo articolo "sistematico" sull'argomento ha ormai quasi due anni.
    Con i miei più cordiali saluti,

  • Alberto Guidorzi 2 luglio 2016 alle 20:10

    Giacomo

    Cambia solo che prima della nuova direttiva una varietà di piante portanti un tratto OGM approvato in sede UE ed autorizzata alla semina poteva essere seminata in qualsiasi Stato Membro e nessuno lo poteva impedire (chi lo ha impedito ha commesso un'illegalità condannata sistematicamente dalla Corte di Giustizia Europea

    In realtà l'unico tratto approvato è stato il MON 810, ma in attesa di approvazione ve n'erano quasi un centinaio e non erano approvati solo perchè la Commissione tergiversava, ma senza avere elementi per non approvarli. Ora una situazione del genere non poteva più andare avanti in quanto si sarebbero violati i trattati commerciali internazionali.

    Ecco che allora la Commissione ha proposto una nuova direttiva che distingue tra approvazione e seminabilità, cioè la Commissione ha stabilito che lei era libera di procedere all'approvazione dei tratti genetici, ma i singoli Stati membri potevano impedire che quel tratto genetico modificato immesso in una varietà coltivabile potesse essere seminata sul proprio territorio.

    Gli Stati membri però non possono impedire la libera circolazione delle sementi, dei prodotti e degli animali nutriti con mangimi contenenti il tratto OGM che la commissione ha approvato.

    Nel contempo però i richiedenti l'approvazione di un tratto genetico modificato si sono limitati a chiedere solo l'approvazione europea del tratto, ma autonomamente hanno rinunciato a richiedere la seminabilità. In altri termini chi ha creato il tratto modificato e vista la situazione Kafkiana non interessa che l'Europa semini delle piante che contengono il tratto ( loro sanno che presto o tardi "chi è causa del suo mal.....), ma sono interessati che chi le semina fuori dal territorio della comunità posso vendere queste derrate nell'UE.

    Questa è la situazione attuale ed ha sistemato capra e cavoli, ma ci sono dei perdenti, cioè tutti gli agricoltori europei che non possono usare le innovazioni da cui invece altri agricoltori traggono vantaggio. Inoltre la ricerca biotecnologica è totalmente bloccata e rimane indietro negli studi.

    Sono riuscito ad essere più chiaro? Avrai anche capito che un altro articolo è inutile perchè la situazione si è fossilizzata.

  • Ho fatto un piccolo video per ricordare che la grande maggioranza dei nostri prodotti animali, salumi, formaggi, carne etc. proviene da filiere dove si usano gli ogm che non si possono però coltivare

    https://www.youtube.com/watch?v=elggEK1jn7U

  • Il nuovo elemento della tavola periodica DB è stata una bella trovata! ;-)

  • Zio eheheh :) Però ho solo modificato uno esistente, il Dubnium, mettendo maiuscola anche la B. E mi piaceva anche l'assonanza con "dubbio" :)

  • La Repubblica 15/2/2018: "Mais ogm, lo studio italiano: nessuna evidenza di rischi per la salute"

    http://www.repubblica.it/ambiente/2018/02/15/news/mais_ogm_nessuna_evidenza_di_rischi_per_la_salute-188912173/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P2-S1.8-T1

    kilipaka? :)