Politica

Riforme, mossa a sorpresa del M5S: "Riapriamo il tavolo con il Pd"

Dopo lo stop al dialogo, in serata il Movimento cambia idea con un post firmato da Grillo, Casaleggio e Di Maio: "Ecco i nostri sei punti". Tra le proposte, dietrofront sul doppio turno e no a soglie di sbarramento. Il premier Renzi dall'Angola: "Settimana decisiva, se qualcuno vuole mettere sassi sui binari noi li toglieremo con il sorriso e determinazione ferrea"

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ROMA - Tutto finito, ci rivedremo in aula. Così il Movimento 5 Stelle negli ultimi giorni aveva detto basta, e in più circostanze, a ogni dialogo con il Partito Democratico. Ma stasera i Cinquestelle hanno nuovamente cambiato idea, pubblicando altri sei punti sui quali si chiede una risposta (veloce) di Matteo Renzi. "Torneremo al tavolo non appena avrete risposto ai nostri 6 punti. Fate presto. Le riforme, come voi dite da sempre, non possono più aspettare", si legge in un post sul blog di Beppe Grillo, firmato dalla delegazione pentastellata che ha dialogato di recente con il Pd, capeggiata da Luigi Di Maio e Danilo Toninelli, e dai fondatori Grillo e Gianroberto Casaleggio. Tutti insieme, quasi a smentire le voci su una spaccatura nel Movimento. In allegato al post, una foto di Renzi-lumaca.
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Grillo: "Il Pd ora risponda". "Sin dall'inizio degli incontri con il Pd, era stata annunciata una consultazione online che avrebbe approvato o respinto un eventuale accordo finale", si legge nel post, "ma un testo preciso manca. Nell'incontro di giovedì 17, il Pd ha "incassato" l'apertura del M5s senza dare alcuna risposta chiara ma buttando avanti generiche disponibilità a discutere e subordinando, comunque, l'accordo alla disponibilità 'degli altri' (cioè di Forza Italia)". "Quindi, onde evitare ulteriori perdite di tempo e spettacoli inconcludenti come l'ultimo streaming", continua il post, "ora è necessario che Renzi e il Pd rispondano per iscritto ai 6 punti del MoVimento 5 stelle". C'è prima una premessa, però. Il M5S mette due paletti sul premio di maggioranza della nuova legge elettorale o Italicum: "Il premio non è neppure ragionevole se equivale o, addirittura supera la quota di seggi spettanti nella quota proporzionale. Dunque, per restare nei limiti della sentenza della Corte (Costituzionale, ndr), occorre preliminarmente stabilire o una soglia minima per ottenere il premio (ad esempio il 35%o 40%), oppure fissare il premio in una cifra fissa (ad esempio 95 o 100 seggi)".

I sei punti. Andando a leggere i sei punti, invece, il M5S innanzitutto cambia idea sul doppio turno e lo abiura: per Grillo e gli altri sarebbe "un ulteriore elemento distorsivo, che aggrava la situazione. Questo può essere accettabile per elezioni amministrative ma non per elezioni politiche, dove il principio di rappresentatività deve essere ben più rigido per le ben diverse attribuzioni di potere dell’organo eletto". Il secondo punto ribadisce dubbi e limiti sul premio di maggioranza dell'Italicum. Terzo: "Premio di maggioranza accettabile solo se accompagnato a diversi meccanismi di garanzia costituzionale come rivedere la titolarità del potere di elezione dei giudici costituzionali o le maggioranze richieste, altrettanto per il Presidente della repubblica e per il processo di revisione costituzionale". Quarto punto: inserimento delle preferenze nella legge elettorale con eventuale e "possibile rimedio nel sistema del voto disgiunto fra voto di lista e voto di preferenza". Quinto e sesto: sostanzialmente l'abolizione totale (o quasi, fissandola all'un per cento) delle soglie di sbarramento per entrare in Parlamento.
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Renzi: "L'ostruzionismo non ci fermerà". "Domani entriamo nella settimana decisiva, ci saranno gli interventi, la replica dei relatori e del governo, poi finalmente si vota", aveva detto qualche minuto prima il premier Matteo Renzi parlando in Angola e sottolineando come le riforme istituzionali siano solo "l'inizio di un percorso di cambiamento profondo" per il Paese. "Non credo che questo Paese sia nelle mani di chi vuole fare ostruzionismo", ha spiegato il presidente del Consiglio. "Chi fa ostruzionismo", ha aggiunto, "mette un sasso sui binari. Noi con pazienza togliamo il sasso e facciamo ripartire il treno, perché quel treno è l'Italia. Noi con il sorriso con le labbra ma con una determinazione ferrea andiamo avanti". "L'importante è che le riforme vadano fino in fondo", ha continuato Renzi, ricorrendo a un'altra metafora, "le riforme sono come il Pin del telefonino, se non si sblocca la tastiera non si può più fare niente".

"Uno/due punti di Pil in più dall'export". "Nei mille giorni prevediamo un aumento di un punto di pil solo lavorando sull'export. Il viceministro Calenda dice addirittura due punti", ha aggiunto il premier nell'ambito di progetto che sosterrà l'export di 22mila aziende. E sulle crisi in Ucraina e Medio Oriente: "Stiamo seguendo con attenzione sia la situazione in Medio Oriente sia in Ucraina con alcuni contatti internazionali e ora farò alcune telefonate, la prima con il presidente Hollande, che ha avuto un colloquio telefonico con Putin. Il Consiglio europeo di martedì (Affari Esteri) deve dare risposte nette e chiare".

Boschi: "Il M5S ogni giorno ha un'idea diversa". "Speriamo di chiudere le votazioni sulla riforma del Senato qualche giorno prima del 10", aveva detto stamattina il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, in un'intervista al quotidiano La Stampa, "poi come governo credo faremo una settimana di pausa a Ferragosto". Sull'immunità, Boschi ha sostenuto che "toglierla lasciando solo l'insindacabilità sulle opinioni espresse dei senatori era la soluzione del testo base del governo. Poi abbiamo ritenuto fosse un argomento ragionevole la tesi secondo cui il Senato debba per forza avere lo stesso tipo di garanzie che hanno i deputati". Infine l'attacco ai Cinque Stelle: "Ogni giorno hanno una idea diversa. Hanno due linee opposte, ma noi non possiamo passare il tempo a mediare tra le loro correnti".
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