15 maggio 2014

Smog: il pericolo maggiore sono i motori a due tempi

Scooter e ciclomotori a due tempi producono gas di scarico con concentrazioni di composti organici volatili 124 volte più alte rispetto a quelle degli altri veicoli con motori a quattro tempi. Lo rivela un nuovo studio, suggerendo che nelle grandi città dove questo tipo di veicoli è molto diffuso, per esempio a Bangkok, siano responsabili della maggior parte delle sostanze inquinanti dell'atmosfera urbana(red)

Le emissioni di scarico dei motori a due tempi di ciclomotori e scooter sono la parte preponderante dell'inquinamento atmosferico nelle grandi città del mondo: lo ha stabilito uno studio pubblicato sulla rivista “Nature Communications” a firma di S. M. Platt del Paul Scherrer Institute di Villigen, in Svizzera e colleghi di una collaborazione internazionale.

Le pericolose nubi di smog che opprimono molte delle metropoli sono un misto di composti volatili organici: tra questi figurano sia gli idrocarburi contenenti solo atomi di carbonio e idrogeno sia altri composti in cui compaiono oltre al carbonio e all'idrogeno l'ossigeno e il coloro. I composti volatili organici sono il frutto delle emissioni di veicoli commerciali (destinati al trasporto di merci), automobili, motocicli, ciclomotori e scooter. Tra i veicoli a due ruote, in particolare, molti sono ancora dotati di motori a due tempi, che funzionano con una miscela di benzina e olio.

Gli inquinanti atmosferici prodotti dai motori a scoppio si dividono in due grandi parti: la frazione primaria, costituita dai prodotti della combustione, e la frazione secondaria, cioè l'insieme dei composti chimici che si producono in atmosfera quando l'aerosol organico primario – tra cui figurano gli idrocarburi aromatici, che sono tossici – reagisce con l'ossigeno.

Smog: il pericolo maggiore sono i motori a due tempi
Traffico in una strada di Bangkok: nelle grandi città, soprattutto in Asia, i motori a due tempi sono responsabili di una grossa quota degli inquinanti in atmosfera (© Bohemian Nomad Picturemakers/CORBIS) 
Alcuni studi condotti in passato hanno dimostrato che i veicoli con motore a due tempi, nonostante l'esigua cilindrata e il ridotto numero sul totale dei veicoli circolanti, possono influire in modo determinante all'inquinamento atmosferico, poiché emettono  una notevole quantità di aerosol primario, in particolare di idrocarburi incombusti. Un recente rapporto scientifico della Commissione Europea, per esempio, ha previsto che nel 2020 le emissioni di composti volatili organici dei veicoli di questo tipo supereranno quelle
del totale di tutti gli altri veicoli con motori a quattro tempi.

In quest'ultimo studio, Platt e colleghi hanno analizzato le emissioni di ciclomotori a due tempi europei, dimostrando che la concentrazione di composti volatili organici che contengono è in media 124 volte più elevata di quella degli altri tipi di veicoli, il che colloca molti di questi ciclomotori nella categoria dei veicoli “super-inquinanti”.

Sulla base di questi dati, gli autori stimano che il problema dell'inquinamento dei motoveicoli a due tempi possa diventare rilevante suprattutto nelle città dell'Asia in cui sono molto diffusi. In una metropoli come Bangkok, in Thailandia, questi veicoli a due tempi potrebbero essere responsabili dal 60 e al 90 per cento di tutto l'aerosol organico primario presente nell'atmosfera delle aree urbane.

Se si vogliono evitare questi livelli d'inqunamento atmosferico, bisognerebbe quindi porre forti restrizioni alla circolazione dei motori a due tempi, così come ha fatto la Cina dalla fine degli anni novanta, con significativi risultati in termini di diminuzione delle emissioni aromatiche legate al traffico veicolare.