Apps4Italy: dove sono le startup premiate nel 2012?

Il 50% dei progetti del concorso non è sopravvissuto, ma alcuni crescono. Peccato nessuno pensi a replicarlo, nemmeno l'Agenda Digitale

Che cosa rimane a un anno e mezzo da Apps4Italy? Di tutti i progetti che hanno partecipato al primo e unico contest nazionale per lo sviluppo di applicazioni basate sugli open data, quanti sono ancora attivi? Con una serie di precisazioni che vanno sviluppate per capire in profondità quale sia il vero bilancio di quell'operazione, si può comunque dire che all'incirca un progetto su due è ancora in piedi oggi. "Pensavo peggio", commenta Lorenzo Benussi, che dell'iniziativa fu uno degli organizzatori nel 2011.Ma procediamo con ordine. Come si legge dal sito di ForumPA, Apps4Italy era **"**il primo concorso aperto a cittadini, associazioni, comunità di sviluppatori e aziende che progettano soluzioni utili e interessanti basate sull’utilizzo di dati pubblici, capaci di mostrare a tutta la società il valore del patrimonio informativo pubblico". Il contesto è quello di una proposta nata dalla comunità di persone che a vario livello si interessano di Open Data in Italia e che hanno come riferimento la mailing list Spaghetti Open Data. L'idea trova sponda nella Regione Piemonte, per poi trovare accoglienza positiva anche nell'allora ministro della PA Brunetta grazie all'intermediazione di ForumPA e Formez. Si mettono insieme una giuria di esperti e un montepremi di 45 mila euro. Pochi? "Ai tempi non lo sembravano", spiega Benussi, "perché era in linea con altri premi organizzati in altri paesi". Ma il premio in denaro aveva un valore relativo, come confermano alcuni dei partecipanti che abbiamo contattato: contava l'idea di uno stimolo alla creatività su di un tema, gli Open Data, che stavano sollevando interessi anche mediatici, ma che aveva visto poche volte la realizzazione di un progetto concreto. La risposta è grande: più di 200 progetti sottoposti al vaglio della giuria. Non mancano le polemiche, ma da qui escono i 22 vincitori, suddivisi in 4 categorie (apps, visualization, dataset, idee), che si portano a casa un premio in denaro. Sono una popolazione disomogenea, fatta di gruppi di programmatori che si mettono insieme per un fine settimana per sviluppare un'idea, singoli battitori liberi, gruppi variegati nati tra aziende che si muovono già sul mercato, associazioni con una certa storia alle spalle.

Qui va fatta la prima precisazione, perché tra i progetti che sono ancora in vita, alcuni hanno un percorso che parte da molto più lontano. È il caso, per esempio, di Map2App, un'azienda che come startup si è già mossa anche dall'altra parte dell'Atlantico. Il CEO, Pietro Ferraris, non si stupisce che molte realtà non esistano più: "è la norma in ambito startup". Ma anche di una realtà come openparlamento, progetto di Openpolis, un'associazione attiva sul fronte della trasparenza già da tempo. Accanto all'applicazione vincitrice della relativa categoria di Apps4Italy, Openpolis mette a disposizione altri sei progetti. Bikedistrict, invece, è una snc nata ad hoc per il contest, dove si è conquistata il terzo premio nella sezione "app". L'applicazione ha avuto una nuova release a settembre dello scorso anno e, racconta il responsabile dello sviluppo Marco Quaggiotto, "presto arriveremo anche in altre città", mettendo al servizio dei ciclisti non milanesi l'approccio collaborativo per una mappa urbana dedicata alle due ruote. In altre situazione, come quella del progetto Lodlive, c'è meno fissità di struttura, ma come racconta Diego Camarda, è un modo "per giustificare le ore serali dedicate al progetto". Lodlive è un'interfaccia di navigazione tra linked open data che si sta costruendo una propria strada: alla versione francese se ne affiancherà presto una in coreano e dbpedia (il progetto di spaziodati.eu che ha vinto il primo premio nella sezione "dataset", NdR) lo sta includendo come navigatore a grafo di default e molti sistemi lo propongono come metodo di base per la navigazione delle risorse. Voglioilruolo, lanciato in realtà nel 2010 e vincitore di un premio da 1400 euro, continua a fornire supporto alle scelte lavorative di docenti, estraendo e aggregando i dati pubblici creando servizi per gli insegnanti che possono navigare tra le graduatorie, cercare docenti e istituti proponendo un'indicazione riepilogativa e compatta sulle opportunità di lavoro in ogni provincia per ogni materia e profilo professionale.

Altri progetti risultano ancora attivi sul web, sebbene l'aggiornamento appaia essersi rallentato o fermato. Un caso è quello di Mappeelettorali.it che, come racconta Marcello Verona è effettivamente in standby: "la mia intenzione era investire il premio in collaborazioni per l'integrazione con altri dataset e lo sviluppo di una parte business". L'ultimo aggiornamento riguarda le amministrative di Roma 2013.

In altri casi lo sviluppo di una parte business non era nemmeno preventivato. È il caso di PA Risponde sviluppato da QuestionCube**. Piero Molino: "PA Risponde è solo uno showcase** in cui abbiamo preso la tecnologia che stiamo sviluppando e l'abbiamo applicata agli open data che erano a disposizione, ma quella tecnologia ha un altro obiettivo". Comunque sia, gli utenti registrati sono circa 10000 e l'app è tuttora attiva. Se chi viene da una cultura da startup sottolinea come non si possa lanciare un'attività innovativa con premi di massimo 5 mila euro, è anche vero che lo scopo di Apps4Italy non aveva lo scopo di incubare realtà aziendali.

Dai racconti di molti che hanno partecipato, emerge come lo spirito fosse altro: quello di cimentarsi con un'idea, di provare a fare qualcosa di nuovo. Insomma, una specie di laboratorio che ha una community alle spalle (il movimento Open Data dentro e fuori la PA). Il problema è che si tratta di un laboratorio che ha aperto per una stagione, quella di Apps4Italy, e non è riuscito a dare continuità (al netto di alcuni contest locali).

Bella l'idea che ci racconta Benussi di immaginare i **contest ciclici come quello di BigApps New York **da cui la città può pescare le soluzioni informatiche, le applicazioni e le idee di cui ha bisogno. Ma serve che i contest, le aperture della PA, le liberazioni di dati non siano eventi sporadici, ma entrino a far parte del tessuto dell'innovazione italiana. È che ci siamo dotati di portali Open Data che però di norma non forniscono le API, indispensabili per poter pensare a delle vere applicazioni.

"Il punto vero non sono gli open data", conclude Benussi, "ma il ripensare ai sistemi informativi pubblici". Se rispetto al 2012 trasparenza, open data e accountability sono diventati secondo Benussi "politica mainstream", però bisogna chiedersi che cosa ha davvero fatto finora l'Agenzia per l'Italia Digitale? Quali sono stati gli effetti concreti del cosiddetto decreto Crescita 2.0? Che reali effetti ha avuto per gli italiani l'Agenda Digitale?

A distanza di un anno e mezzo non è strano trovare metà progetti vincitori di Apps4Italy ormai inattivi per vari motivi. Più strano, è preoccupante, è non pensare di cogliere lo slancio dato da una community di innovatori e cercare di farlo crescere.