Connessioni wifi 10 volte più veloci grazie ad un nuovo microchip al grafene che permetterà l'accesso a frequenze oggi inaccessibili per smartphone e tablet.
Questo dispositivo rivoluzionario per le telecomunicazioni, presentato su Nature Communications, è stato progettato da Michele Tamagnone, un giovane ingegnere italiano al Politecnico di Losanna, che lo ha realizzato nel laboratorio di Juan Mosig in collaborazione con l'Università di Ginevra.
Per farlo ha utilizzato il grafene, il materiale delle meraviglie costituito da un unico strato di atomi di carbonio. Tra i suoi innumerevoli super poteri, infatti, ''il grafene ha anche quello di filtrare le radiazioni, un po' come fanno le lenti polarizzate'', spiega Tamagnone all'ANSA. ''Se viene esposto ad un campo magnetico - precisa il ricercatore - il grafene diventa selettivo e fa passare le onde che si propagano vibrando con un particolare orientamento, mentre blocca tutte le altre''. Da questa scoperta è nata l'idea di usarlo per ''costruire un microchip che funzioni da isolatore, per proteggere le sorgenti wifi da eventuali interferenze''. Il dispositivo è il primo a lavorare nella banda dei Terahertz ad oggi inutilizzata, dal momento che ''le telecomunicazioni operano alla frequenza di 60 Gigahertz mentre gli smartphone si fermano a pochi Gigahertz'', sottolinea Tamagnone, che è di Lombriasco (Torino) e lavora a Losanna da 4 anni.
Sfruttare la radiazione Terahertz, simile alle microonde e capace di penetrare attraverso molti materiali, permetterà ''agli smartphone del futuro di inviare e ricevere dati con una velocità decine di volte superiore a quella attuale: ciò significa upload e download più veloci, migliore qualità del suono e delle immagini. Il nostro microchip al grafene - aggiunge il ricercatore - sarà la 'chiave' per accedere alla nuova banda, ma ancora mancano altre componenti per poter realizzare tecnologie in grado di sfruttarla''. Nell'attesa che questa rivoluzione si compia, il grafene potrebbe comunque servire a potenziare gli smartphone attuali già nei prossimi 5 anni. ''Migliorando la qualità del materiale, potremmo impiegarlo per costruire tecnologie come i circolatori, che permettono di inviare e ricevere dati contemporaneamente raddoppiando la banda''.