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  • Giovedì 3 settembre 2015

Una giornata molto complicata in Ungheria

La stazione di Budapest è stata riaperta – tra migliaia di migranti e grande confusione – ma i viaggi per l'estero sono sospesi: un treno è rimasto bloccato con molte persone a bordo

Migranti alla stazione di Bicske protestano per non essere trasferiti in un centro di accoglienza. Il settembre 2015 in Ungheria. 
(Photo by Matt Cardy/Getty Images)
Migranti alla stazione di Bicske protestano per non essere trasferiti in un centro di accoglienza. Il settembre 2015 in Ungheria. (Photo by Matt Cardy/Getty Images)

Aggiornamento del 4 settembre 2015
Nella notte tra giovedì e venerdì decine di migranti hanno dormito sul treno rimasto bloccato a Bicske, la fermata a pochi chilometri dal campo in cui le autorità ungheresi intendono ospitarli invece di permettere il proseguimento del loro viaggio verso l’Austria e la Germania. La situazione è in stallo da ieri pomeriggio, con la polizia che attende istruzioni su tempi e modalità per lo sgombero del convoglio.

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La mattina del 3 settembre è stata riaperta la stazione di Budapest, in Ungheria, dopo una giornata in cui è rimasta chiusa per i troppi migranti presenti. Al momento della riapertura, i migranti che si erano accampati nel piazzale davanti alla stazione si sono precipitati dentro e hanno cercato di salire sui treni diretti verso altri paesi europei. Le partenze per i viaggi internazionali però sono state sospese “a tempo indeterminato”. Il governo ha detto che avrebbe permesso ai migranti di prendere i treni solo per raggiungere i centri di accoglienza all’interno del territorio ungherese. Il presidente dell’Ungheria Viktor Orbán ha detto che per il 15 settembre avrà pronte nuove misure per fermare l’afflusso di migranti: verrà costituita una “barriera fisica” per permettere all’Ungheria di gestire il confine di accesso all’area Schengen, quella di libera circolazione delle persone e delle merci. È già stato costruito un muro di confine di 175 chilometri tra Serbia e Ungheria.

Il treno a Bicske
Le scene immediatamente successive alla riapertura della stazione sono state di grande confusione: i migranti erano convinti di potere lasciare l’Ungheria e hanno tentato di salire in tutti i modi sui treni, anche dai finestrini. Un turista canadese ha raccontato che le persone salivano su qualunque treno arrivasse in stazione, senza sapere dove fosse diretto: anche perché i poliziotti e gli impiegati della stazione si sono rifiutati di rispondere su quali fossero le destinazioni dei treni. Un treno che è partito dalla stazione pieno di migranti è stato bloccato a Bicske, poco lontano da Budapest. Molti dei migranti ci sono saliti convinti che fosse diretto in Austria, mentre in realtà si sarebbe fermato a Sopron, una città al confine tra Austria e Ungheria. A Bicske la polizia ha cercato di trasferire i migranti in un centro di accoglienza, ma tra grandi proteste sono stati costretti a farli risalire sul treno.

Il treno è di fatto bloccato: non si muove né in avanti né verso Budapest. La temperatura in giornata è stata anche molto alta e la polizia ha distribuito bottiglie d’acqua. Alcuni giornalisti che erano saliti sul treno insieme ai migranti sono rimasti sulla banchina davanti al treno fino circa alle 3, poi la polizia li ha costretti ad allontanarsi in un’altra zona della stazione dove non potevano vedere cosa succedeva ai migranti sul treno. Dopo circa quaranta minuti un piccolo gruppo di migranti è stato portato su un pullman. L’ipotesi più probabile è che vengano trasferiti a poco a poco in un centro di accoglienza nelle vicinanze. Alcuni giornalisti rimasti in stazione dicono che i poliziotti stanno cercando di convincere le persone sul treno ad andare nei centri di accoglienza dove – dicono i poliziotti – potranno essere registrati e fare richiesta di asilo: altrimenti potrebbero essere arrestati e la loro richiesta di asilo verrà annullata.

Cos’è successo fino adesso
I problemi alla stazione di Budapest sono iniziati lunedì, quando a migliaia di persone è stato permesso di partire con i treni per Vienna senza che gli venissero controllati i documenti: sostanzialmente la polizia ungherese ha guardato dall’altra parte e così lunedì a Vienna sono arrivate circa 2.500 persone. Dopo le critiche ricevute dal governo austriaco, le autorità ungheresi martedì mattina hanno prima chiuso la stazione del tutto, per poi riaprirla dopo qualche ora ma controllando gli accessi e impedendo ai migranti di entrare nella zona delle banchine. Molti migranti avevano già comprato biglietti al costo di circa 100 euro l’uno, ma non sono potuti partire.

Molti dei migranti bloccati a Budapest sono profughi siriani diretti in Germania, dove per decisione del governo le loro richieste di asilo verranno accettate (in violazione del trattato di Dublino, cioè anche se prima di arrivare in Germania hanno attraversato altri paesi UE). Secondo le regole sul diritto d’asilo infatti dovrebbe essere il primo paese che accoglie il migrante a doversene fare carico. L’Ungheria è il primo paese dell’UE raggiunto dai migranti che arrivano in Europa dalla rotta dei Balcani.

La situazione alla stazione
Dentro e intorno alla stazione ci dovrebbero essere circa 3mila migranti. Molti di loro sono arrivati dopo giorni di viaggio attraverso i Balcani, temono che ora dovranno aspettare a lungo e hanno paura di finire i loro pochi soldi. Molti di loro non si lavano da giorni e in più di un caso gli alberghi della città hanno rifiutato di accoglierli come ospiti. Dei giornalisti della BBC hanno intervistato alcuni migranti su un treno da Belgrado, in Serbia, a Budapest: alla domanda su perché non avessero pensato ad un’altra strada per accedere all’Europa visti i problemi a Budapest gli intervistati hanno risposto che negli altri paesi attorno all’Ungheria il passaggio dei migranti è spesso gestito da organizzazioni criminali.