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Posta foto su Facebook ventitreenne licenziato

Pianiga. Il dipendente della Mit, società che lavora per Coin, aveva pubblicato l’immagine dell’auto dell’ad Stefano Beraldo. Le sue scuse non sono bastate

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PIANIGA. Pubblica la foto su Facebook dell’auto in uso all’amministratore delegato del gruppo Coin, e viene licenziato dalla società per cui lavora. A denunciare l’episodio come una palese ingiustizia è l’avvocato Roberta Sorrentino a cui A.D., 23 anni, residente Cazzago, si è rivolto per farsi difendere. È lo stesso avvocato Sorrentino a raccontare i fatti. «Quanto accaduto ha dell'incredibile» spiega il legale «Il ragazzo lavora per la Mit srl, azienda di informatica che lavora in appalto per il gruppo Coin. Il 29 maggio scorso ha pubblicato su Facebook la foto della prestigiosa autovettura (Audi Rs4) in uso a Stefano Beraldo, amministratore delegato del gruppo Coin, per commentarne le caratteristiche tecniche. Lo stesso giorno era stata data la notizia, nei quotidiani, della futura quotazione in borsa del Gruppo Coin».

Ma la questione ha subito preso una piega sbagliata. «Accortosi che alcuni utenti» spiega l’avvocato Sorrentino «avevano male interpretato il gesto, e avevano fatto commenti del tutto inappropriati, A.D. ha provveduto subito a rimuovere la foto. Alcuni di quegli utenti, però, dopo aver fatto uno “screenshoot” della foto e dei commenti, hanno reso noto il fatto all’amministratore delegato di Coin».

Il dipendente è stato quindi convocato nella Sala Consigli sul Terraglio alla presenza di Beraldo e del responsabile della Mit srl, per la quale A.D. lavorava con contratto a tempo determinato a progetto».

«In quella sede» sottolinea l’avvocato «A.D. veniva duramente redarguito e, nonostante le scuse e le giustificazioni da lui fornite, si sentiva dire che il Gruppo Coin avrebbe chiesto alla Mit di risolvere il contratto con il proprio dipendente».

A.D. è stato invitato dai responsabili della Mit ad andarsene a casa, ma, preoccupato per l'accaduto, si è rivolto allo studio legale. Dallo studio è partita immediatamente per conto del giovane, una formale lettera di scuse, per conoscenza inviata anche alla Mit.

«Il 6 giugno» spiega l’avvocato Sorrentino «ho ricevuto una telefonata di Beraldo il quale, riscontrando la lettera di scuse, precisava di non avere alcuna intenzione di agire nei confronti del mio cliente perché quest'ultimo non solo non era un dipendente del Gruppo Coin, ma anche perché la società non era coinvolta dal fatto».

Il comportamento di Stefano Beraldo, però, non è bastato però ad evitare il peggio al ragazzo. «Il mio cliente» spiega l’avvocato «dopo un telegramma in cui Mit comunicava il suo licenziamento, ha ricevuto anche la raccomandata in cui gli si preannunciava l'intenzione di Mit di chiedergli pure i danni».

A. D. che aveva un contratto a progetto per quattro anni ricorrerà al giudice del lavoro contro quella che ritiene una violazione dei suoi diritti.

Alessandro Abbadir

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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