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"Lei ha saltato la fila, signore"
In Polonia torna il "gioco del comunismo"

Da anni giochi da tavolo ripropongono le dinamiche della vita nei Paesi del blocco ex sovietico. Oggi una nuova versione sbarca sul mercato: un viaggio nei "giorni della pianificazione centrale e della mancanza di oggetti di lusso come carta igienica, zucchero, patatine, tè". Vince chi si accaparra tutto il possibile, anche a rischio della lite

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Come era vivere da comunisti? In Polonia sono già due anni che un gioco in stile Monopoli, Kolejka ovvero "La coda", spiega a chi nell'89, quando il comunismo crollò, era troppo piccolo o lontano dal nascere cosa significa avere una lista di cose necessarie per la famiglia con davanti solo negozi governativi semivuoti, funzionari da corrompere, borsari del mercato nero con cui trattare e l'unica arma della maestria in trucchi e astuzie per arrivare a riempire la cesta della spesa, procurarsi mobili, vestiti - e magari una radio o una tv - nonostante gli "imprevisti" e approfittando delle "probabilità", come in Monopoli, rischiando anche la casella della prigione, se ascoltato dalla polizia politica mentre ti lamenti della penuria di ogni bene. E ricorda la distanza di quegli anni a chi era abbastanza grande da aver vissuto davvero con stivali di vinile marca Relaks ai piedi, cappotti di seconda e terza mano sulle spalle e da bere, surrogati di cioccolata.

Nonostante l'avviso scritto - "questo gioco può procurarvi lacrime di esasperazione e digrignamento di denti"  -  il successo è tale che per comprarlo si sono formate nuove code, e un nuovo mercato nero per chi non era riuscito a procurarsene un esemplare con il suo libretto di 40 pagine fitte d'istruzioni, in un'ironica carenza del "Monopoli" sulla carenza, che essendo prodotto dal governo polacco tramite l'Istituto della Memoria Nazionale, è finito vittima di una burocrazia evidentemente ancora venata di attitudini del passato. Così, mentre Kolejka è andato a ruba anche all'estero, con versioni in inglese, giapponese, russo, tedesco, spagnolo, oltre all'import clandestino in Paesi come la Bielorussia dove è proibito perché considerato sovversivo, in Polonia la produzione non è stata incrementata. Semplicemente, è difficile trovarlo. Come un tempo la cioccolata, i cappotti, le scarpe.

Ma l'esempio è stato seguito e i prodotti a tema "passato recente", fra libri per bambini e un nuovo gioco, si sono moltiplicati. Però, al contrario di quel che accade in "Goodbye Lenin", film del 2003 ambientato nell'ex Germania dell'Est dove un figlio, davanti alla madre risvegliatasi da un lungo coma con il comunismo caduto, non sapendo come darle la notizia ricrea intorno al suo letto tutti i dettagli di un mondo ormai svanito, il tema è la trasmissione della memoria. Non più nostalgia, ma storia per le nuove generazioni.

Il nuovo gioco, prodotto questa volta in privato, dal ramo polacco del danese Egmont Media Group, è più semplice e competitivo del primo e si chiama "Lei ha saltato la fila, signore". Il suo creatore, Jaroslaw Basalyga, ha spiegato al Wall Street Journal di averlo ideato pensando a "creare un clima e delle emozioni che comunichino l'assurdità di quegli anni". La pubblicità online mostra una fila con polacchi in abiti "d'epoca", in testa un'immancabile mamma con carrozzina, e annuncia un viaggio nei "giorni della pianificazione centrale e della mancanza di oggetti di lusso come carta igienica, zucchero, patatine, tè". Vince chi si accaparra tutto il possibile, anche a rischio della lite.

Quanto ai libri, sugli scaffali c'è "Arance verdi, o la Repubblica Popolare della Polonia per bambini". Aneta Gornika-Boratynska, nata nel 1971, l'ha disegnato per suo figlio, che, spiega, "non sa immaginare la vita senza il Lego", riempiendo le pagine di foto d'epoca in bianco e nero illustrate da una bambina colorata che racconta come la mamma ricevesse le contadine in ufficio con le ceste piene di cibo clandestino, mentre nei negozi non c'era nulla. Ancora, una serie di graphic novel, "Marzi", racconta la vita dell'autrice, Marzena Sowa, cresciuta negli anni Ottanta fra scioperi di Solidarnosc e legge marziale. Ora Marzena è invitata nelle scuole a raccontare di quella bambina. E si porta sempre dietro la vecchia carta annonaria del razionamento. Così, ciò che voleva essere strada maestra d'inarrestabili sorti progressive, finisce cristallizzato nella storia come mondo del razionamento, delle carte annonarie ingiallite, delle arance mai mature.